Copertina 7

Info

Anno di uscita:2017
Durata:54 min.
Etichetta:Spinefarm Records

Tracklist

  1. BURNING TREE
  2. APRIL SHOWERS
  3. TIED
  4. WE SLIPPED
  5. THE SINKING CHAIR
  6. PLANS
  7. ANCHOR
  8. WICK
  9. PUSH
  10. TURNAROUND
  11. THE WELL
  12. WE NEVER FALL ASLEEP

Line up

  • Mlny Parsonz: vocals, bass
  • Josh Weaver: guitar
  • Will Fiore: guitar
  • Evan DiPrima: drums

Voto medio utenti

Wick” è un disco per certi versi “difficile”, ma anche parecchio affascinante.
Un albo che guarda insistentemente al passato, eppure suona “moderno”, un’opera piena d’idee e di suggestioni, che offre una visione d’insieme forse leggermente caotica e poco immediata e tuttavia piuttosto intrigante.
In tempi di ascolti frenetici e distratti i Royal Thunder “sfidano” il pubblico dei musicofili con un terzo full-length profondamente “psichedelico”, intendendo tale definizione nella sua accezione più ampia possibile.
Gli americani accentuano, infatti, l’attitudine “esplorativa” del loro suono, tendendo a produrre nell’astante un’espansione delle sue percezioni sensoriali, mai come oggi sollecitate da una poetica variegata e immaginifica.
Le poche scosse di esplicita derivazione hard-rock ("Sinking chair", "Turnaround"), potenti e coinvolgenti peraltro, finiscono così per essere fagocitate da un immaginario iridescente e inquieto, capace di spaziare da ipnotici mantra (“Burning tree”) a vortici di pura energia psichica (la Jefferson Airplane-ianaApril showers”, le sinistre scorie folk di “Tied”, la fluttuante title-track, l’ammaliante “Push”) dove la “lezione” dei sixties appare transcodificata in una formulazione espressiva mai fastidiosamente datata.
Al quadro generale contribuiscono pure passaggi maggiormente solari (la “californiana” “We slipped", “Anchor”) e drammatiche ballate (“Plans”), in un percorso sonoro in cui non sono estranei nemmeno lontani echi dark (“The well”, la cangiante e mistica “We never fall asleep”), per un gruppo che verosimilmente non ha ancora completato la sua evoluzione creativa.
Due parole, infine, su Mlny Parsonz … si tratta di una cantante di notevole valore e la sua voce (qualcosa tra Janis Joplin, Grace Slick e … Perry Farrell!) riesce a essere il catalizzatore primario della situazione senza per questo finire per affossare il resto degli importanti aspetti artistici che contraddistinguono la band.
Sebbene affetto da qualche piccola eccedente prolissità, “Wick” è da considerare un momento nodale nella “crescita” di una formazione che non si accontenta di essere una delle tante protagoniste dell’affollata scena “revivalistica” e che anche per questa ragione merita rispetto e considerazione.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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