"Elyne is a post-hardcore band formed in Italy in January 2013" cita la biografia.

Mi permetto di dissentire completamente, al netto di qualche raro elemento post-hardcore la proposta musicale dei ravennati Elyne è molto più accostabile ad un hard/metalcore di matrice pop punk, tanto sono volutamente sguaiate ed orecchiabili le melodie adolescenziali proposte dai nostri ("Sick", ma gli esempi sono molteplici, sembra tratta da un disco dei Neck Deep): nulla di male, per carità, ma qui l'approccio adulto, depressivo e malinconico proprio delle atmosfere post non è nemmeno sfiorato.

In particolare, l'approccio nelle clean vocals di Danny Metal ci porta proprio in quella direzione, con un timbro quasi "bambinesco" che mal, molto mal, si confà ai brani che in teoria sono più rocciosi o perlomeno partono con questo intento, vedi "Broken Faith" che ha un ottimo tiro e delle growl vocals efficaci e mature, fino al fatidico momento in cui sembra uscire fuori dal nulla una band liceale alle prese con una festa sulla spiaggia, birre e tante belle ragazze ubriache.

Insomme, queste due anime non solo non collimano ma stonano a dir poco; punk e post hardcore sono elementi che difficilmente vanno a braccetto e nemmeno gli Elyne possono tanto, il risultato è un disco come "Alibi", che presenta diversi elementi positivi e felici intuizioni ma è costantemente martirizzato da quest'alternanza di ambientazioni, musicali e vocali, che cozzano fortemente tra di loro.

Va bene l'essere eterogenei ma o si beve la fanta o il vino rosso, insieme diventano un mix che andava bene alle festicciole delle medie.
Questo non vuol dire che la proposta non funzioni, anzi, il target della musica degli Elyne potrebbe essere proprio quello.

Ci auguriamo un futuro una netta preponderanza degli elementi growl/hardcore o post, dove la band sembra davvero avere qualcosa di interessante da dire: la conclusiva "Frames" ci lascia qualche speranza in merito.