Copertina 6,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2017
Durata:70 min.
Etichetta:Inner Wound Recordings

Tracklist

  1. REVERIE (INSTRUMENTAL)
  2. FIGHT THE FUTURE
  3. IN THIS VOID (INSTRUMENTAL)
  4. DROWN ME
  5. SIGN OF LIFE
  6. ABANDON
  7. SANITY'S COLLAPSE (INSTRUMENTAL)
  8. ONE MORE MOMENT
  9. TWISTED DREAM
  10. TRUE REFLECTION
  11. SHATTERED SELF
  12. RELEASE
  13. THE PATH TO PERSEVERANCE

Line up

  • Sarah Teets: vocals
  • Jeff Teets: guitars, keyboards, backing vocals
  • Mark Bennett: drums
  • Rich Pasqualone: bass, backing vocals

Voto medio utenti

I MindMaze hanno un unico, terribile difetto: esagerano. Si adoperano per comporre un concept album incentrato sulla perdita e sui meccanismi legati a essa (colpa, vergogna, assenza), citano Dream Theater, Queensrÿche, Iron Maiden e Savatage come band di riferimento (e le influenze si sentono tutte), ma "trasudano amor proprio" e non hanno quel senso della misura che gli permetterebbe di fare un bel balzo in avanti in termini di efficacia...

L'introduttiva "Reverie" rimanda all'incipit di "Scenes From A Memory", prima di sfociare nel power-prog più ruffiano e sugnoso che si possa immaginare. In "Fight The Future", sulla stessa lunghezza d'onda, fa il suo ingresso la cantante Sarah Teets (un po' fuori luogo, in un contesto così roccioso e "maschio"), prima di un altro intermezzo strumentale dalla spiccata componente sinfonica ("In This Void"). "Drown Me" riecheggia "These Walls", altro brano del sopraccitato quintetto di New York, ma è un brano lungo e sfaccettato dove, tra rimandi interni e sonorità meno scontate, vengono alla mente anche i progster di Seattle. "Sign Of Life" e "Abandon" tributano in modo abbastanza palese Iron Maiden e Metallica (nella prima c'è anche un solo di basso decisamente ispirato a Steve Harris), anticipando un altro brano strumentale dal titolo "Sanity's Collapse", un po' Savatage, un po' Trans-Siberian Orchestra. "One More Moment" vorrebbe essere una power-ballad, ma come accennato in apertura, tende a strafare e risulta poco riuscita. Va meglio con "Twisted Dream" (spaccaossa quanto basta grazie ai riff serrati di Jeff Teets) e con la seguente "True Reflection", classico brano da headbanging forsennato che nella parte strumentale si perde in qualche cliché di troppo (ascoltare per credere). L'attacco di "Shattered Self" è talmente thrash da suonare quasi punk, ma ci pensano il break e il ritornello a far tornare la band su binari a lei più congeniali. "Release" potrebbe rimandare a "Silent Lucidity", ma per l'ennesima volta il combo ci tiene a sottolineare che suona metal e butta tutto alle ortiche con distorsioni, a mio avviso, evitabili. Quando arriviamo a "The Path To Perseverance" siamo stremati, ammettiamolo: il piglio può ricordare i Kamelot, così come il break pianistico, ma i dodici minuti della traccia suonano prolissi ancor prima che apprezzabili.

"Resolve" è un disco come tanti, né bello né brutto, fatto per piacere a chi ascolta certa musica e non per sorprendere: a voi decidere se questo è un punto a favore o meno...

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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