Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2016
Durata:39 min.
Etichetta:Minotauro Records

Tracklist

  1. SINFUL PORTRAIT
  2. ANAPEST
  3. AT WITCHES BELL
  4. MASTER OF GODSPEED
  5. MERIDIAN DAEMON
  6. SILVER BELL MEADOWS
  7. MOWING DEVIL
  8. THE EVIL SMOKE POSSESSION

Line up

  • Gojira: lustful screams from outer space
  • DD Morris: axerider of the storm
  • Carlmichael Bell: bassbringer of pain and pleasure
  • S. McManchester: stick & love guns

Voto medio utenti

Ci sono tanti motivi per amare “The evil smoke possession”, ma d’altro canto ce ne sono anche parecchi per dubitare e rischiare di considerarlo l’ennesimo tentativo di accodarsi a un trend ormai davvero dilagante.
Gli enigmatici UfosonicGenerator appaiono completamente immolati alla dottrina sonica e concettuale di Black Sabbath, Pentagram, Leaf Hound, Lucifer’s Friend e Budgie, e ciononostante il feeling, la vocazione e l’intensità espressiva che profondono non può essere scambiata per un esercizio di mero revival.
Mi rendo conto che si tratta, in realtà, di una valutazione ben poco “oggettiva” e allora vi propongo di sottoporre il vostro apparato cardio-uditivo a un piccolo esperimento: ascoltate con mente sgombra da “pregiudizi” il terzo brano in scaletta: se il giro armonico circolare e il finale acustico di “At witches bell”, abilmente condotti dalla voce evocativa e magnetica di Gojira, non vi obbligano a una forma di prepotente soggiogamento sensoriale, beh, forse non “viviamo” la materia musicale allo stesso modo e questa “roba” non fa per voi.
A quelli che non avessero ancora abbandonato la lettura, assicuro che il resto del programma non è emotivamente inferiore del suddetto archetipo, e che anche laddove il senso di dejà-vu si percepisce in modo abbastanza distinto, rimanere indifferenti di fronte a tanta appassionata e illuminata devozione è assai difficile.
Il disco risulta dunque una sorta di operazione di “recupero storico” legittimata dalla competenza e dall’attitudine di musicisti parecchio “coinvolti”, capaci di sfornare pulsanti frammenti di caliginoso hard-rock come “Sinful portrait”, “Anapest” e la liturgica “Master of godspeed” oppure lunghe e ribollenti dissertazioni doom-blues come “Meridian daemon” o come la perniciosa “Silver bell meadows” (Lee Dorrian apprezzerebbe, ne sono convinto …), dimostrando di possedere un risoluto “carattere” tecnico/compositivo seppur all’interno di un modus operandi assolutamente rigoroso.
La sinistra e beffarda “Mowing devil” e le spirali imbevute d’inquietudine della stregonesca title-track rinsaldano le cospicue qualità di un ottimo lavoro, che riesce nell’impresa di far fruttare il “debito” di riconoscenza pagato nei confronti dei Maestri … un risultato encomiabile, sotto tutti i punti di vista.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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