Copertina 6

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2016
Durata:21 min.
Etichetta:Adulruna Records

Tracklist

  1. EVIL MASQUERADE
  2. WHERE THE LILIES GROW
  3. SERPENT MESSIAH
  4. THUNDER PERFECT MIND

Line up

  • Christofer Johnsson: guitars, hammond organ, keyboards, vocals
  • Mina Karadzic: vocals

Voto medio utenti

Luciferian Light Orchestra vuol dire Christofer Johnsson, e Christofer Johnsson vuol dire Therion. Questo progetto dovrebbe rappresentare il lato più Seventies e rétro dell'artista ma è innegabile che lo spettro della band svedese aleggi per tutta la durata di questo (complessivamente superfluo) EP.

Non ho avuto modo di apprezzare l'esordio di questa formazione ("formazione" per modo di dire, dato che non si sa nemmeno con precisione chi ne fa parte oltre al sopraccitato Johnsson), ma so per certo che pubblico e critica lo hanno accolto molto calorosamente.

Per quanto mi riguarda il qui presente "Black" ha davvero poco da offrire. L'introduttiva "Evil Masquerade", nonostante le numerose tastiere e l'assenza di cliché metal tout-court, rimanda a quelle armonie orientaleggianti già apprezzate molto spesso nei Therion, così come la prolissa "Where The Lilies Grow" non fa altro che aggiungere alle sonorità del combo svedese un incedere psichedelico/doomeggiante di scuola Iron Butterfly. "Serpent Messiah" è la traccia più elaborata del lotto, ma non per questo la meglio riuscita: l'intro a cavallo tra Rainbow e Blondie, i repentini cambi d'atmosfera e il finale brutale lasciano l'amaro in bocca più che un bel ricordo. Chiude il lavoro la semplice ma convincente "Thunder Perfect Mind", più Sixties che Seventies, dall'arrangiamento simil-Purson e dal chitarrismo hendrixiano.

Una prova interlocutoria, senza dubbio, non è chiaro dove Johnsson voglia andare a parare con questo progetto. Ciò che è certo è che le potenzialità inespresse (soprattutto per quanto riguarda la cantante Mina Karadzic) sono ancora molte e sarebbe un peccato non sfruttarle, considerando pure che la band principale del mastermind non è più prolifica come un tempo. Come si suole dire, "tempo al tempo"...
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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