Copertina 7

Info

Anno di uscita:2016
Durata:42 min.
Etichetta:Hidden Stone Records

Tracklist

  1. BETTER THE DEVIL YOU KNOW
  2. DAZZLING GLIMMER
  3. DEAD MAN WALKING BESIDE YOU
  4. DEEPEST RED
  5. EXTINCTION
  6. MOLOTOV
  7. ONE THOUSAND BONES
  8. SACRED BURST
  9. STARDOM
  10. TRUE LOVE
  11. WELCOME HOME

Line up

  • Robby: vocals
  • Dave: guitar
  • Goro: guitar
  • Batti: bass
  • Dani: drums

Voto medio utenti

Un concentrato di energia, una sferzata di emozioni con una punta, talvolta, di malinconia e di ripensamenti: cos’altro può essere il rock?

In questo senso, il debutto dei The Human Tornado funziona a perfezione ed assolve al compito di tempesta a cui sia nel monicker sia nel titolo del disco, “Storm in a Ketchup”, si punta con decisione. La direzione intrapresa dal quintetto bolognese si presenta anche variegata in diverse sfaccettature, e questo non può che essere un bene per la longevità dell’album, anche perché i nostri sembrano a loro agio in qualsiasi delle dimensioni attraversate: si passa dall’hard/heavy rock di stampo maggiormente tradizionale, a quella che è la tonalità più cara alla band, ovvero l'alternative di grungiana memoria, fino a viaggi che sfiorano lo stoner e addirittura soluzioni notevolmente più estreme, e voglio citare la bellissima “Extinction” in cui in soli 4.30 si passa dal Seattle alternative sound (su tutti i Soundgarden di “Badmotorfinger”) ad un groove quasi thrash metal, ma in ogni caso i The Human Tornado esprimono al meglio il loro potenziale dove pestano il piede sull’acceleratore, non necessariamente della velocità ma della potenza, anche nel brano scelto come singolo (di cui vedete il video in calce alla recensione) ovvero “Better the Devil You Know

Cosa c’è da sistemare? I suoni innanzitutto, non adeguati per impatto al potenziale che i brani potrebbero sviluppare, in particolar modo per quanto riguarda la potenza delle chitarre e l’aspetto vocale troppo "frontale" e talvolta un poco sgraziato, e una leggera altalenanza del songwriting che propone un due o tre brani sottotono rispetto alla media del disco.

Senza dubbio una band da valutare e, senza dubbio, apprezzare on stage dove ne siamo certi “Storm on a Ketchup” andrà a guadagnare ancora ulteriori punti: un debutto davvero convincente e sfaccettato, nonostante i nostri abbiano già notevole esperienza pregressa, che ci auguriamo prosegua in futuro su territori meno bluesy e più heavy dato che i risultati in questo senso sono davvero più che soddisfacenti.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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