Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2016
Durata:30 min.
Etichetta:High Roller Records

Tracklist

  1. UP AND OVERTURE
  2. FLYING HIGH
  3. THIS IS THE NIGHT
  4. REACH FOR THE GLORY
  5. DO YOU WANNA BE FAMOUS
  6. HAUNTED BY LOVE
  7. DOWN THE ENDLESS ROAD
  8. TAKE ME HOME
  9. THANK YOU

Line up

  • Chris Black: all instruments, vocals

Voto medio utenti

Gli High Spirits restano, perlomeno in studio di registrazione, un progetto solista di Chris Black (poli-strumentista attivo nei Pharaoh, Dawnbringer, Aktor e qualche altra formazione), che con il nuovo "Motivator" ribadisce la propria passione per la N.W.O.B.H.M., soprattutto per quella ancora pesantemente influenzata dal Rock seventies e vintage di Thin Lizzy e UFO, anche se nel loro sound personalmente continuo a sentirci un po' di Heavy Load e dei primi Def Leppard.

"Motivator" è ormai il quarto disco per gli High Spirits, dopo l'omonima raccolta di demo, seguita dal vero esordio "Another Night" e poi dal più recente "You Are Here", e dopo una breve intro irrompe nel miglior dei modi con una vorticosa "Flying High", e se non so quanto Chris Black stia volando alto, sicuramente è appena tornato da un viaggio nell'Inghilterra degli eighties.
Peccato che alla ricerca dell'impatto melodico, la pur spedita "Reach for the Glory" cozzi con un refrain e un giro di chitarra non particolarmente azzeccati, e che in seguito "Haunted by Love" si impaludi in un improbabile Melodic Hard Rock, ma almeno l'assolo di chitarra non è niente male e a sorpresa il tentativo di unire grinta e un'anima catchy riesce meglio alla sbarazzina "Do You Wanna Be Famous".
Ma a spostare l'equilibrio dalla parte degli High Spirits, sono soprattutto la scattante "Down the Endless Road" e "Take Me Home" un brano, questo, che ha nel proprio DNA i geni degli Iron Maiden, con qualcosa di "Running Free" e con un basso che non può ricordare quello di Steve Harris. Infine il disco si chiude sulle note spiccatamente Heavy Rock (tra Vardis e Budgie) di "Thank You".

Poco da aggiungere a quanto detto in occasione di "You Are Here", d'altronde non che il nostro Chris Black abbia fatto chissà quali sforzi (anche per la durata dell'album che sfiora appena la mezzora) per darci una mano, al più possiamo rilevare come, pur non particolarmente originale l'artwork sia maggiormente in linea con la proposta musicale.




I was born to review
Hear me while I write... none shall hear a lie
Report and interview are taken by the will
By divine right hail and write
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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