Copertina 6

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2016
Durata:62 min.
Etichetta:Self-Produced

Tracklist

  1. TOUCHED BY THE HAND OF GOD
  2. BLACK LACE AND ROSES
  3. HIGHWAYMAN
  4. AS I AM NOW, SO SHALL YOU BE
  5. NEVER LIKED IT
  6. A DEVIL’S FAIRGROUND RIDE
  7. ON THE BEACH AT NIGHT ALONE
  8. RIDING INTO HELL
  9. GABRIEL’S HOUNDS
  10. GHOST STORIES
  11. HIGHWAYMAN (ACOUSTIC)

Line up

  • Hadian Gates: guitars, keyboards
  • Carl Eden: keyboards, bass
  • Dave Gudgeon: drums
  • Briony Featon: vocals

Voto medio utenti

La biografia dei Dead Of Night sa un po’ di soap-opera: gente che va, gente che viene, chi se la sente, chi no (parteggio per questa fazione), con il solo fondatore Carl Eden convito al 100% della bontà del suo progetto.

Si tratta, tanto per cambiare, di heavy/power metal sinfonico “female-fronted” (questa volta curiosamente proveniente dal Regno Unito) che ha nei Nightwish più “ruspanti” del primo periodo (“Angels Fall First” e “Oceanborn”) le principali influenze. Se vi state chiedendo se ci troviamo di fronte a un disco che “sa di vecchio”, la risposta, ahimè, è senza dubbio affermativa.

“The Dead Shall Rise Again” è la riregistrazione (neanche meravigliosa, soprattutto per il mix parecchio confuso) dell’esordio “The Dead Shall Rise” dell’anno scorso a opera della nuova lineup (che per la cronaca è già cambiata ancora) ed è un buon concentrato di tutti i cliché tipici del genere: momenti inutilmente concitati (“Touched By The Hand Of God”), concessioni Eighties (“Black Lace And Roses”), elettronica a casaccio (“Gabriel’s Hounds”), ritornelli zuccherosi (“As I Am Now…”), atmosfere disneyane (“Never Liked It”) e via dicendo.

Qualcosina di buono c’è, come l’ostinato pianistico di “Riding Into Hell" o il piglio teatrale di “A Devil’s Fairground Ride”, ma poca roba spalmata in un’oretta di musica. Paradossalmente, tra le cose più interessanti, c’è l’arrangiamento acustico di “Highwayman” (raramente un acustico batte l’originale, eppure ascoltate e fatemi sapere cosa ne pensate).

La sufficienza c’è perché le composizioni, per quanto banalotte, “funzionano” e la voce di Briony Featon mi ha davvero colpito, ricordandomi a tratti l’indimenticata Lana Lane (e non la solita clone di Tarja). Sarei davvero stupito di vedere un’altra uscita marchiata Dead Of Night ma chissà, la vita è piena di sorprese…
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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