Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:1984
Durata:37 min.
Etichetta:Albatross

Tracklist

  1. MISSING IN ACTION
  2. LONELY LADY
  3. STEEL THE LIGHT
  4. PULL THE TRIGGER
  5. AIN'T NO WAY TO TREAT A LADY
  6. IN THE NIGHT
  7. COME AND GONE
  8. ROCK ON
  9. TEENAGE RUNAWAY

Line up

  • Evan Sheeley: bass, keyboards
  • Floyd Rose: guitars
  • Jonathan K.: vocals
  • Gary Thompson: drums, percussion
  • Rick Pierce: guitars

Voto medio utenti

Nel passaggio tra il 1984 e l'85, i miei gusti erano indirizzati verso due acts esordienti: i Metal Church e questi Q5 ed ambedue le band arrivavano da una delle zone più calde in fatto di heavy metal negli States, ovvero Seattle e ben prima dell'esplosione della flanella targata anni '90.
Loro erano senza dubbio bands supersonic, rammentando la celebre squadra defunta dell'NBA.
Erano infatti anni in cui le sottocategorie nell'heavy metal funzionavano poco, anche, o soprattutto presso i fans del genere e il movimento dei metalheads tendeva a vedere la scena come un tutt'uno: bei tempi davvero.

In quest'ottica si inserisce perfettamente questo 'Steel The Light' che ha poco di aor (bisognerà aspettare il secondo 'When The Mirror Cracks') e molto di metal e hard rock futuristico. Futuristico anche perché al chitarrista Floyd Rose si deve l'invenzione del sistema 'tremolo' del ponte che assicura l'accordatura delle chitarre elettriche!
La band si era formata nell'83 e dopo alcuni concerti locali l'anno seguente pubblicarono appunto questo 'Steel The Light' per la piccola label Albatross e nell'85 ristampato quindi in Europa dalla Music For Nations. Altro punto focale della formazione il cantante Jonathan K, dotato di una profondità ed un trasformismo vocale davvero davvero fuori dal comune.

Si comincia con 'Missing In Action' e sono subito chitarre al vetriolo nella migliore tradizione e cromata di nuovo, appresa dai maestri Riot. 'Lonely Lady' doppia il capo con un altro riff galoppante e armonizzato a dovere. Non c'è un attimo di tregua perché la title-track, cadenzata e tuonante, sembra immolarsi alla saga sabbathiana di "Heaven & Hell", ma con rinnovata verve futurista. 'Pull The Trigger' tira il grilletto per davvero, stavolta col combo più spostato su di un granitico riff si scuola hard rock, magnifica.
'Ain't No Way To Treat A Lady' è più hair metal (passatemi il termine molto brutto) e sembra più vicina ai concittadini TKO.
'In The Night' è la tipica heavy tune griffata eighties prima della ballad 'Come And Gone', drammatica e soggetta a quel trasformismo vocale di Jonathan K di cui vi parlavo in precedenza.
Chiude 'Teenage Runaway' ancora armata di quel furore giovanile tipico dei Riot.
La band si ripresenterà nell'86 con 'When The Mirror Cracks', album su cui i fans dell'aor spergiurano ma per il sottoscritto questo rimane la vera punta di diamante.

Nel gennaio dell'87 si sparge la voce che i Q5 stiano per firmare con la Phonogram, ma non andò esattamente così, purtroppo.
Nell'estate dell'88 Rick Pierce registra il mini Lp dei Suicide Squad 'Live It While You Can', una collaborazione con il suo vecchio amico Brad Sinsel dei TKO, prima di riunirsi nel '92 con i Nightshade di 'Dead Of Night'.

Recensione a cura di Fabio Zampolini

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