Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2016
Durata:47 min.
Etichetta:Metal Blade

Tracklist

  1. THE VOID
  2. MARK OF THE BLADE
  3. ELITIST ONES
  4. BRING ME HOME
  5. TREMORS
  6. A KILLING INDUSTRY
  7. TORMENTED
  8. BROTHERHOOD
  9. DWELL IN THE SHADOWS
  10. VENOMOUS
  11. DECENNIUM

Line up

  • Phil Bozeman: vocals
  • Ben Savage: guitar
  • Zach Householder: guitar
  • Alex Wade: guitar
  • Ben Harclerode: drums
  • Gabe Crisp: bass

Voto medio utenti

La nutrita discografia dei Whitechapel si arricchisce del nuovo album "Mark Of The Blade" che aggiunge qualcosa di nuovo a quanto già sapevamo.
Nelle 11 tracce infatti troviamo, come lo stesso chitarrista Alex Wade ha dichiarato, qualche "traccia di sperimentazione".
In che senso lo andremo a vedere qui di seguito

La formula rimane quella di un Death Metal rabbioso, sincopato ( con qualche riff che rimanda anche agli Slipknot ad es in "Killing Industry", "Mark Of The Blade" ), ma anche piu' ricco di groove rispetto al passato, un suono piu' ragionato, "melodico" se vogliamo; addirittura in "Bring Me Home" ( a mio avviso il brano migliore, molto struggente , parla della morte del padre di Phil Bozeman, avvenuta quando lui aveva 10 anni ) abbiamo una cleaning voice, come su "Decennium":
Ben inteso, non c'è un ammorbidimento nel sound, semplicemente è piu' aperto, piu' dinamico. "The Void", "Dwell In the Shadows" sono sempre mazzate sui denti, il growling rimane cavernoso e feroce ed il lavoro delle chitarre sempre su alti livelli, come la produzuzione d'altronde Mark Lewis come produttore è una garanzia (The Black Dahlia Murder, Cannibal Corpse).

Insomma, i Whitechapel hanno voluto evolversi rimanendo credibili, e di questo bisogna dargliene atto. Saranno i die-hard fans a giudicare se hanno fatto bene oppure no.
Io, pur non amando alla follia il loro genere, non mi sento di bocciarli, in "Mark Of The Blade" non ci sono filler, pure lo strumentale "Brotherhood" è di discreta fattura, anche se la forza d'urto di classici come “The Saw is the Law” o “I, Dementia” è qui un pò frenata.
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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