Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2016
Durata:55 min.
Etichetta:Dark Essence Records

Tracklist

  1. DOWNFALL
  2. DISTANT PEAKS
  3. FIRSTBORN SON
  4. MATRIARCH'S LAMENT
  5. THE SIGHT
  6. TEARS OF REMEMBERANCE

Line up

  • Stian Bakketeig: guitars (lead)
  • André Raunehaug: guitars (rhythm)
  • Espen Bakketeig: keyboards, vocals (clean)
  • Oliver Øien: vocals (lead)
  • Tomas Myklebust: drums
  • Bjarte Breilid: bass

Voto medio utenti

Sogndal, Norvegia.

Una volta c'erano i Windir dell'indimenticato Valfar, poi I Vreid... adesso i Mistur.
Stian Bakketeig, che dei gruppi citati è stato la chitarra solista, torna a riproporre quel Viking Black Metal così violento e così romantico che immortali capolavori quali "Arntor" o "Likferd" avevano sublimato ai massimi livelli ormai tanti, troppi, anni fa.
"In Memoriam" è il secondo album per i Mistur e riesce nel non facilissimo compito di porsi agli stessi livelli del debut "Attende" del 2009.
Sei brani, sei magnifici brani, lunghi, complessi, violenti e dalle armonie pagane ed epiche, che, inevitabilmente, ti riportano indietro, ti riportano agli anni in cui un introverso ragazzo di nome Terje Bakken urlava tutto il suo amore per una terra meravigliosa come la Norvegia.

I Mistur non sono i Windir, nessuno lo potrebbe essere.

Sono però un gruppo capace di scrivere ottima musica: musica romantica da un lato, in senso letterario, gelida dall'altro, in omaggio al primigenio soffio del metallo nero, ma anche ammantata di un sottile gusto melodico, quasi heavy classico, che rende "In Memoriam" un album sorprendente nel suo essere "nuovo" pur restando tradizionale ed antico.
Difficilmente in questo 2016 troverete un viking metal più convincente di questo.
Difficilmente ascolterete aperture immense come quelle di "The Sight" che vi si parranno dinanzi agli occhi con la stessa magnificenza dei fiordi gelidi, difficilmente sarete catturati da un suono così orgoglioso e pulsante... tutto perchè per suonare in maniera convincente una musica come questa, come fanno i Mistur, bisogna viverla prima di tutto.
Bisogna essere parte della natura norvegese e delle sue contraddizioni.
Bisogna amarla.
E "In Memoriam", in fin dei conti, è un atto d'amore: verso quello che era una volta e verso la propria terra.
Se amate la grande musica, se nel black metal cercate anche la poesia, dovete necessariamente perdervi nelle epiche spire di questo gioiello di puro spirito vichingo.
Non ve ne pentirete e, forse, per un attimo sentirete lo spirito di Valfar vivere nuovamente.
Solo per un attimo...
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 31 mag 2016 alle 09:27

Bravo Beppe, recensione essenziale e "giusta" ... In fondo quest'album è "solo" questo ... E magari fossero tutti "solo" così...

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