Black Fate - Deliverance Of Soul (reissue)

Copertina SV

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2016
Durata:41 min.
Etichetta:Ulterium Records

Tracklist

  1. CHILDREN OF ANIRAMAS
  2. DYING FREEDOM
  3. BLOOD RED SKY
  4. ANGRY SILENT SCREAM
  5. THE CONSCIENCE OF THE BRAVE
  6. RAIN OF PARADISE
  7. IF THE SILENCE WAS GRAY
  8. WICKED
  9. THORN IN MY HAND
  10. INNER WARNING OF MY SOUL
  11. FALLEN

Line up

  • Vasilis Georgiou: vocals
  • Ilias Tsintzilonis: guitars
  • Giannis Theologis: guitars
  • Achilleas Mochloulis: keyboards
  • Albertos Oikonomou: bass
  • Nikos Tsintzilonis: drums

Voto medio utenti

Parliamone. Quello che sto per recensire è un disco uscito nel 2009 che è stato remixato, rimasterizzato e rinnovato graficamente dalla Ulterium Records. E fin qui... Peccato che attualmente i Black Fate abbiano una formazione parecchio diversa da quella che ha registrato questo full-length (a oggi chitarrista e cantante sono "in comune" con i Sunburst) e che anche il sound del più recente "Between Visions & Lies" abbia pochino a che fare con questo "Deliverance Of Soul". Quindi la domanda, lecita, è: perché questa ristampa? Facciamo finta che la risposta non ci interessi e andiamo avanti nell'analisi di questo lavoro...

La prima cosa che balza alle orecchie è la mancanza di Gus Drax, un talento chitarristico e compositivo che tanto ha fatto sia per questa band che per i sopraccitati Sunburst. Allo stesso modo si può dire che Vasilis Georgiou qui sia ancora un po' acerbo e sappiamo già che darà il meglio di sé nell'immediato futuro. Le composizioni suonano un po' datate (e forse lo erano anche nel 2009), tra molti rimandi Eighties ("Blood Red Sky", "The Conscience Of The Brave", "Rain Of Paradise","Fallen"), agghiaccianti concessioni al nu-metal ("Inner Warning Of My Soul") e brani più elaborati (l'introduttiva "Dying Freedom", "If The Silence Was Grey", "Wicked", "Thorn In My Hand"), almeno nelle intenzioni. Il tutto viene oggettivamente ben confezionato, con i duelli chitarristici tra Ilias Tsintzilonis e Giannis Theologis a farla da padrone, ben sostenuti dalle tastiere a volte "sinfonicheggianti" e a volte sintetiche di Achilleas Mochloulis.

In definitiva ci troviamo davanti a un lavoro tutto sommato piacevole (ma niente di più) che ha i suoi anni e, a mio avviso, si sentono tutti. Rimangono le perplessità di cui sopra sulla bontà dell'operazione ma se la casa discografica ha deciso così non possiamo che prenderne atto (che vogliano sfruttare il momento di grazia dei Sunburst? Mah). Comunque, prima di acquistarlo, parliamone.
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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