I Constraint hanno iniziato da giovanissimi un percorso lungo il Symphonic Metal, in quel di Modena ed esercitandosi con pezzi di Nightwish, Epica ed Evanescence. Tutto questo è ben evidente sul loro primo album, intitolato "Enlightened by Darkness", tanto quanto lo è la bravura della loro cantante, Beatrice Bini, la cui voce caratterizza fortemente le composizioni e finisce per catturare l'attenzione dell'ascoltatore. Così, talvolta i brani finiscono per scivolare in secondo piano, che siano quelli più energici alla "Behind the Scenes", "The Birth" (con più di qualcosa degli Epica) e "Oniria", oppure quelli dai toni più intimisti, dove a dettare i tempi sono il pianoforte o gli strumenti ad arco, come avviene per "Breathing Infinity" o la delicata "Autumn Hymn".
Le canzoni che mi hanno colpito maggiormente sono l'accoppiata "The Ending of Time" e "Illusion of a Dream", piazzate una di seguito all'altra, dove è davvero forte l'influenza dei Nightwish di "Oceanborn", con una prova sublime da parte di Beatrice Bini, che deve migliorare solo nell'esprimere maggior potenza, e con il resto del gruppo che regge assolutamente il confronto, e non solo sul piano esecutivo ma anche nella capacità di dar vita a pezzi interessanti e di un certo spessore. Ma lasciano una bella impressione anche la stessa titletrack oppure la già citata "Oniria", con la sua indole folkeggiante e l'inaspettata accelerazione che spacca in due la canzone virando nel finale su soluzioni tipicamente Power Symphonic Metal.

Per quanto le varie componenti dei Constraint non abbiano raggiunto un equilibrio ottimale e tenendo conto di come le influenze assorbite negli anni siano ancora evidenti, "Enlightened by Darkness" è un discreto album d'esordio.

Che luce sia...




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