Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2016
Durata:40 min.
Etichetta:Repulsive Echo Records

Tracklist

  1. SEA OF IGNORANCE
  2. 48 TO 52
  3. FATAL CURE
  4. TRIBUTE
  5. PERPETUAL RESOLUTION
  6. BARBARICALLY BEHEADED
  7. SHORES IN FLAMES (BATHORY COVER)
  8. END OF DAYS

Line up

  • Jeff Acres: bass
  • Jay Fernandez: guitars
  • Scott Reigel: vocals
  • Ruston Grosse: drums

Voto medio utenti

Tutto è dettato dal proprio ego, nel bene e nel male. I propri ricordi, le sensazioni, i profumi, le immagini già vissute influenzano pesantemente il giudizio personale che si ha di un qualcosa di non oggettivo, come appunto un disco. E se penso ai Brutality, chiudo gli occhi e mi rivedo diciottenne in giro col walkman per Ostia Lido, magari sulla mia fida Atala Hop col cambio sul tubolare centrale e gli ammortizzatori a mollone, i freni a tamburo ed i cerchi in lega, che a muoverla manco Indurain. Tutto questo tramuta “Screams of Anguish” con il seguente “When the Sky Turns Black” in una sorta di paradiso, un qualcosa di mistico ed irraggiungibile, ed in un certo senso è proprio così, anche perché estraniandomi dal contesto questi due album sono universalmente riconosciuti come due album fondamentali del movimento death metal floridiano di metà anni ’90.

E dopo l’EP “Ruins of Humans” di tre anni fa, il mio hype era letteralmente salito alle stelle, data l’ottima qualità di quel materiale, a quasi venti anni di distanza dal buon ma non esaltantissimo “In Mourning” del 1996. Ma ancora una volta, le mie emozioni mi hanno sbilanciato troppo in avanti, ed il primo ascolto del nuovo “Sea of Ignorance” mi ha decisamente deluso, lasciato esterefatto ma al contrario, negativamente: non un accelerazione degna di nota, non una soluzione ferale, niente di quella magia contenuta in “Irreversibly Broken”, nessun assolo epico e magico. Solo la sempre più immortale voce di uno Scott Reigel sempre più nell’Olimpo dei growlers del death metal ed un’attitudine da prendere ad esempio a reggere la baracca in un disco in cui nemmeno la produzione riesce a reggere il passo.

Per fortuna, riapprocciare lo stesso disco dopo un mesetto con un’atteggiamento diverso, della serie “boh riascoltiamolo và”, senza eccessive attese e pretese, è valso il ripescaggio in estremo dei Brutality, che dopo una lunga serie di ascolti, ma sempre in crescendo, sono riusciti a convincermi ancora una volta, pur senza mai raggiungere l’estasi del precedente EP, e figuriamoci quindi quella dei primi dischi. Fatta salva la produzione, che si conferma non all’altezza, quasi “attappata” specie nei toni medio alti, i brani scorrono via molto facilmente, anche grazie alla loro durata quasi sempre inferiore ai quattro minuti, ma nulla mi toglie dalla mente che il motivo per cui non scatta mai la scintilla sia dovuto, perlomeno in parte, al fatto che in questo disco non ci siano a differenza di “Ruins of Humans” né Don Gates alla chitarra né Jim Coker alla batteria, sostituito dal barbutone Ruston “Bud Spencer” Grosse, che non se la cava niente male a dire il vero, ma rompe quella poesia di poter rivedere assieme i Brutality nella loro lineup storica.

Discorso a parte va fatto per la cover “Shores in Flames” dei Bathory che, in tutta sincerità, non c’entra assolutamente nulla col resto del disco per stile, durata (quasi 12 minuti) e posizionamento, prima della conclusiva e finalmente bellissima “End of Days”. Io che sono il fan n°1 dei Bathory dei viking albums ne sono estasiato ma capisco benissimo che questa presenza stoni non poco per l’ascoltatore medio dei Brutality. In ogni caso, visto l’incipit, probabilmente sarebbe stato molto più curioso e riuscito far cantare Scott Reigel in maniera pulita per tutta la durata del brano, chissà che non salti fuori un cantante sgraziato ma efficace, sulla scia dell’indimenticabile Quorthon.

Alla fin della fiera, dopo mille mila ascolti questo “Sea of Ignorance” è riuscito a prendermi, seppur in maniera non viscerale ma che consegna in ogni caso ai Brutality la palma della coerenza d’oro e di una qualità mai scesa, nemmeno in un singolo brano, sotto la soglia della pienissima sufficienza. Anzi, è una vergogna che un disco in ogni caso più che valido di una band tra i prime movers debba ricorrere alla pur volenterosa Repulsive Echo Records per uscire.

Raccomandato in ogni caso ad i loro estimatori ed ai nostalgici del meraviglioso death metal dell’ondata Nuclear Blast di inizio anni ’90.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 05 mar 2016 alle 20:47

A me l'album non è piaciuto sin dal primo ascolto (che ho finito a fatica) ... L'album è piatto, monotono e neanche lontanamente parente di quanto fatto in passato, mi rimetto su "Screams ..." e chissà che non mi ricrescano pure i capelli...

Inserito il 05 mar 2016 alle 12:55

"Scream..." e "When..." sono dei capolavori che meritavano una fortuna migliore, spero che leggendo questa rece stimoli la curiosità di chi non li conosce. Questo nuovo lavoro devo ancora sentirlo, già che non sia una ciofeca immonda mi rallegra non poco

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.