Copertina 6,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2016
Durata:60 min.
Etichetta:Adulruna Records

Tracklist

  1. ANTHEM OF VALOUR
  2. ARYAVARTA
  3. WARRIOR RACE
  4. TO MEGA THERION
  5. DEATH GUARD
  6. VANAHEIM
  7. BATTLE HEART
  8. TIME OF VIRGINITY
  9. TURN THE SUN OFF! (LIVE)

Line up

  • Alexander “Aor” Osipov: keyboards, VSTi, vocals
  • Jane “Corn” Odintsova: keyboards, vocals
  • Alexandra Sidorova: lead vocals
  • Alexander Strelnikov: lead guitar
  • Maxim Novikov: rhythm guitar
  • Fabio Lione: vocals on 1,3,6,7
  • Dariusz Brzozowski: drums on 1,3,4,7
  • Sergei Lazar: vocals on 3,6
  • Vladimir Reshetnikov: bagpipes on 2,6
  • Dmitry Kovalev: drums
  • Dmitry Rukhadze: bass

Voto medio utenti

I russi Imperial Age si ripresentano sul mercato a tre anni di distanza dall'album "Turn The Sun Off!". Accasatisi presso la Adulruna Records di Christofer Johnsson (mastermind degli svedesi Therion), Alexander Osipov e soci questa volta hanno voluto fare le cose in grande, coinvolgendo nelle registrazioni nientemeno che il "nostro" Fabio Lione (sempre in gran forma) e il drummer dei Dimmu Borgir Dariusz Brzozowski. Le premesse di cui sopra lasciano facilmente intuire la proposta del combo che può essere ragionevolmente collocata nel filone power-symphonic di matrice nord-europea. "Warrior Race" è formalmente ineccepibile, ma ha il suo limite maggiore nei rimandi davvero troppo espliciti ai Therion del periodo d'oro "Theli"/"Vovin" (il mezzo "autogol" della cover di "To Mega Therion", del resto, lascia poco spazio a eventuali dubbi), due album pregevolissimi che hanno fatto storia ma che nel loro piccolo hanno ormai quasi 20 (!) anni. Durante l'ascolto di tutto il cd permane questa sensazione di "già sentito" che, a giudizio di chi scrive, alla lunga è più un contro che un pro: equilibrato alternarsi di voci maschili e femminili, cori epici, sample orchestrali di chissà dove, doppia cassa "a elicottero", ritornelli orecchiabilissimi e chitarre dalle ritmiche serrate rimandano indietro nel tempo facendo tornare la voglia di ascoltare gli "originali" e non, purtroppo, la formazione di Mosca. Gli ingredienti meno scontati (come le cornamuse) non credo che bastino a garantire un futuro sicuro e roseo al quintetto nonostante qualche momento buono ci sia (penso al lento "Aryavarta", a "Death Guard", unico brano a presentare un'interessante "variazione sul tema Therion", o alla bonus track live "Turn The Sun Off!" che fa intuire le doti dei musicisti sul palco). Il lavoro è sicuramente sufficiente e piacerà molto ai (tanti) fan di Therion, Rhapsody, Epica et similia ma per il sottoscritto il senso di déjà-vu pesa come un macigno sulla valutazione finale. Uomo avvisato...
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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