Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2015
Durata:61 min.
Etichetta:Underground Symphony
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. INTRO
  2. WAITING FOR THE LIGHT
  3. KILLING DREAMS
  4. REMEMBERING THE SAVAGE FURY
  5. THE LORD OF SACRIFICE
  6. FUTURE IN MY MIND
  7. RESISTANCE
  8. THE PROPHECY OF VICTORY
  9. WORDS TO YOU
  10. A NEW BEGINNING
  11. DREAMER’S RIDE
  12. RISING FORCE (MALMSTEEN COVER)

Line up

  • Carlo Faraci: vocals
  • Patrizio Clerici: bass
  • Alessio Spallarossa: drums
  • Federico Di Pane: guitars
  • Claudio Ruggieri: keyboards

Voto medio utenti

Gli Arca Hadian, con il loro album d'esordio, vanno a sfrugugliare le sonorità di quella generazione di gruppi, trai quali i primi Secret Sphere, Arthemis e Highlord, gli Heimdall, Thy Majestie o Derdian, ovviamente oltre ai seminali Rhapsody, che hanno tratteggiato l'Italian Symphonic Power Metal.

Pur essendo di recentissimi natali, tra le fila degli Arca Hadian ritroviamo musicisti già incrociati in passato, come il cantante Carlo Faraci, che aveva cantato su "Tears in Floods" degli Odyssea, Patrizio Clerici bassista dei dispersi Death or Glory, il batterista dei Sadist Alessio Spallarossa, cui si vanno ad affiancare il chitarrista Federico Di Pane e Claudio Ruggieri alle tastiere.
Una formazione eterogenea quindi, per esperienze e percorsi musicali, e probabilmente questo li aiuta ad affrontare con un po' di personalità un genere oltremodo inflazionato, che viene comunque sviscerato in tutti i suoi aspetti, aperture sinfoniche, passaggi melodici e altri più arrembanti, fughe di chitarra e tappeti di tastiere, pure una voce femminile (l'ospite Anna Di Terlizzi) che talvolta si affianca all'ottimo Faraci.
Forse concedono un po' troppo alla melodia, nel mid-tempo "Killing Dreams", poi su "Remembering the Savage Fury" e ovviamente nelle più canoniche ballad "Future in My Mind" e "Dreamer’s Ride", tuttavia i liguri sanno anche graffiare, e lo fanno bene, con le briose "Waiting for the Light", "Lord of Sacrifice" e soprattutto nella stupenda e sfaccettata titletrack. Da parte sua il guitarwork, come è evidente ad esempio tra le pieghe di "Resistance", "Words to You" o "A New Beginning", lascia volentieri intravedere le proprie sfumature neoclassiche, influenza che viene infine legittimata dal rifacimento di "Rising Force" (già, proprio l'opener di "Odyssey"), ultimo dei brani in scaletta.

Se nello scorrere i nomi citati in apertura, foste presi da un improbabile attacco di esterofilia, non vedrei particolari controindicazioni nell'associare gli Arca Hadian a vari Royal Hunt, Masterplan, Avantasia e Cain’s Offering.
Ma al di là di qualunque possibile accostamento, "The Prophecy" è un più che discreto album d'esordio, ben suonato, ottimamente cantato e con una bella resa sonora.
Spero sia anche il primo di una lunga serie.




I was born to review
Hear me while I write... none shall hear a lie
Report and interview are taken by the will
By divine right hail and write
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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