Copertina 5,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2015
Durata:40 min.
Etichetta:Metal Revelation

Tracklist

  1. OUT OF THE BLACK
  2. LAST DAY
  3. DON'T LOOK BACK
  4. BEFORE THE SOUL DEPARTS
  5. GREAT DIVIDE
  6. ROAD TO HELL
  7. WORLD'S CONTROL
  8. ONLY CHANCE
  9. THE SYSTEM
  10. THE END

Line up

  • Manos Xanthakis: vocals
  • Pete Breaker: guitars
  • Dimitris Tsounakas: bass
  • Fivos Andriopoulos: drums (session)

Voto medio utenti

Leggere sulla biografia di questa formazione proveniente dalla Grecia la seguente dichiarazione di intenti "... The main idea was to combine the 80’s style of playing with a more modern sound" mi aveva messo in allarme, facendomi temere di dover incappare in un goffo tentativo di inventarsi qualcosa di nuovo e singolare.
Fortunatamente su "Out of the Black" non si incappa in modernismi e strampalati crossover, ma in un Hard & Heavy energico e con un marcato taglio melodico.
L'album si apre con la stessa titletrack che schizza via come gli Alphastate stessero rincorrendo i Metal Church o gli Iced Earth, e poi scorre energica e incalzante (nel guitar solo) fino ad aprirsi su delle discrete armonie. "Last Day" accentua lo spirito Hard degli Alphastate, mentre comincia a delinearsi quanto diventerà più evidente con il prosieguo dell'ascolto, ossia una forte propensione al Dickinson solista, prima ancora che a quei Brainstorm che lo stesso gruppo cita come una delle proprie influenze, con il cantante Manos Xanthakis che prova - con alterne fortune - a calarsi nel ruolo, ma sia Andy B. Franck sia (soprattutto...) Bruce Dickinson restano sempre molto lontani.
Ecco su "Great Divide" una parte iniziale letteralmente strappata ai Brainstorm, quindi un po' di vocalizzi dickinsoniani e un break energico, ma nonostante tutti gli sforzi il brano scorre via senza particolari sussulti, quelli che mancano anche al guazzabuglio di idee sviluppate maldestramente lungo una "Road to Hell" che non porta da nessuna parte.. altro che all'Inferno. Un po' meglio il groove di "Only Chance" e i modi aggressivi di "The System", tra i pochi episodi che tengono a galla un album che si chiude sullo strumentale "The End ?" dove è il chitarrista Pete Breaker a prendere la scena.

Credo che abbiano semplicemente avuto troppa fretta - si sono formati solo nel 2014 - e questo non li ha certo aiutati. Da rivedere.




You want it all, but you can't read it
It's in your face, but you can't read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the review
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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