Copertina 5,5

Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2015
Durata:56 min.
Etichetta:Carrycoal

Tracklist

  1. MAGNUM SONUS
  2. ODYSSEY
  3. CHARON
  4. ATHENA
  5. MEDUSA
  6. MINOS
  7. ALKESTIS
  8. MAGNUM CHAOS

Line up

  • Wolf-Georg-Zaddach: guitar
  • Philipp Reichelt: guitar
  • Christian Schiel: bass
  • Jan Spänhoff: drums
  • Felix Hoff: vocals

Voto medio utenti

Che il termine "progressive" sia ormai parecchio abusato è un dato di fatto. Definirne i confini è pressoché impossibile ma un certo tipo di pubblico pensa che qualche tempo dispari, copertine criptiche, tematiche pseudo letterarie e/o filosofiche e minutaggi importanti bastino a definire una proposta musicale "progressive". Non voglio indagare in questa sede l'origine di questo "peccato originale" ma mi sento di dire che i tedeschi Nekyia Orchestra rientrano a pieno titolo in quell'insieme di band, diciamo così, borderline. I cinque di Berlino si vendono (molto bene) come gli alfieri del "progressive post metal" (un concentrato di influenze che andrebbero dal jazz al djent, dal doom allo sludge passando per il black, così almeno parrebbe), sfornano un primo album dal titolo altisonante in latino ("Magnum Chaos") e dalla grafica sui toni grigio/neri, mentre per le liriche prendono spunto addirittura dalla mitologia greca. Il progetto è ambizioso ma, lasciatemelo dire, il risultato è ben al di sotto delle aspettative. Quello che mi ha "irritato" maggiormente è che i ragazzi, ne sono certo, i numeri li avrebbero: suoni potenti, voce convincente, immagine assolutamente all'altezza. Le idee invece? Mediamente i brani partono tutti bene ma, per motivi a me ignoti, evolvono malamente come se, il più delle volte, non sapendo come procedere, tutti i componenti si mettessero a picchiare sui propri strumenti come dei fabbri per arrivare magicamente e involontariamente da qualche parte. E fin qui, almeno si prova a produrre qualcosa. Ma brani come l'introduttiva "Magnum Sonus", la conclusiva "Magnum Chaos" o gli insopportabili minuti finali di "Alkestis", con i loro rumori fini a sé stessi, ahimè, sanno un po' di presa in giro. Sono esordienti ma stavolta la sufficienza, per me, non ci sta: l'allievo ha le capacità ma si impegna poco.
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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