Copertina 6,5

Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2015
Durata:49 min.
Etichetta:Memorial Records

Tracklist

  1. MOLTITUDE
  2. MONOLITH
  3. GRAVITY
  4. ANTIGRAVITY
  5. DISEASE
  6. ANTIDOTE
  7. SYNAPSES
  8. HYPOPHYSIS

Line up

  • Mike Pelillo: guitars, soundscape
  • Marco Landi: guitars, soundscape
  • Carlo Alberto Vandelli: drums
  • Nicolo’ Cavallaro: bass
  • Andrea Cantaroni: synth
  • Matteo Valentini: sax

Voto medio utenti

Per apprezzare, anzi per ascoltare, gli Aseptic White Age bisogna essere open minded.

Questo incipit deve essere a tutti ben chiaro in mente, poichè un ascolto distratto o semplicemente una visione della musica più quadrata o lineare precluderebbero qualsiasi ipotesi di plauso nei confronti del sestetto modenese, avantgarde che più avantgardista non si potrebbe, che con una leggiadra danza tra dissonanze, controtempi, aperture più ariose, quasi mistiche, ed influenze jazz grazie al sax di Matteo Valentini ci presentano un "Reminiscence" senza dubbio intriso di buona personalità, ottime costruzioni, talvolta ben oltre la semplice ostilità che le composizioni appartenenti al filone più progressivamente tout-court potrebbero presentare.

Persino la voce è una componente superflua nella musica degli Aseptic White Age, che solo sporadicamente entra in campo come un lamento, un urlo disperato, per poi lasciare nuovamente i riflettori ai contorti riffs, agli illuminati assoli, o addirittura alle dilatate atmosfere di "Antigravity", che sembrano richiamare la solitudine più estrema e decadente dettata da band come The Fall of Every Season o gli Agalloch di "Ashes Against the Grain".

Ovviamente nei momenti più bizzarri, nonchè difficili da digerire specialmente al primo ascolto, uno dei maggiori riferimenti diventa "Khaoohs & Kon-Fus-Ion" dei Pan.Thy.Monium di Dan Swano, uscito ormai 20 anni fa e diventato piuttosto iconico nel suo settore, sebbene il debutto "Dawn of Dreams" fosse ben più azzeccato ed ancorato al metal in senso stretto.

Nonostante tutte le sue stranezze e - chissà - forse anche proprio per queste, ho trovato "Reminiscence" un disco davvero affascinante, ben fatto, ottimamente ideato ed arrangiato, molto più godibile nelle componenti simil ambient e depressive ma ugualmente intenso e disturbante in quelle più tirate.

Nella speranza che, come tutti i ragazzi che sanno di sapere, non esagerino ulteriormente in futuro, attratti maggiormente dalla aspettativa di stupire l'ascoltatore più di quella di compiacerlo.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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