Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2015
Durata:48 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. A DYING SON
  2. BLOOD RED SKIES
  3. FIRESTONE
  4. THE MAN OF THE CROWD
  5. THE LIGHTHOUSE
  6. SACRIFICE
  7. ROOM 101
  8. THE LAND OF SEVEN RIVERS BEYOND THE SEA

Line up

  • Daniel Tillberg: bass
  • Zackarias Wikner: drums
  • Johan "J.J" Jonasson: guitars
  • Björn Rosenblad: guitars
  • Mike Stark: vocals

Voto medio utenti

Se nelle liner notes che accompagnano il tuo nuovo cd ci tieni a vantarti delle seguenti cose

- niente guitar dubbing*
- niente trigger**
- nessun metronomo utilizzato***

i casi sono due: o sei fuori dal mondo, e non ti sei accorto del progresso degli ultimi, diciamo, vent'anni in campo musicale, o sei talmente un inguaribile nostalgico che lo hai fatto apposta, per recuperare la freschezza e l'immediatezza di un sound quasi impossibile da far tornare, con le nuove diavolerie moderne.

Gli svedesi Starblind appartengono per fortuna al secondo gruppo, ma vi appartengono in maniera quasi 'patologica', preso questo aggettivo con intento bonario. Sì, perchè il qui presente secondo album, "Dying Son", è talmente una dichiarazione d'amore per gli Iron Maiden del periodo d'oro, da rischiare il plagio o la clonazione. Tutto quello che sentirete qui suona Maiden; le cavalcate di chitarre, le terzine col basso, i fill di batteria, gli assoli armonizzati a due chitarre, fino alla voce di Mike Stark, che è forse l'unica cosa incomparabile (stiamo parlando dell'Immenso Bruce, non scherziamo!), che spesso si concede qualche acuto affilato di troppo, ma tant'é.

Qui in calce ascolterete la title track, ma sappiate che tutte le tracks di "Dying Son" hanno esattamente lo stesso intento: farvi tornare indietro di trent'anni, in piena NWOBHM, e qualche volta la somiglianza puzza di scopiazzatura, quindi sta a voi affrontare questo album con occhio benevolo o con la classica puzzetta sotto al naso di quello che dice "eh, ma questo è già stato fatto mille anni fa! Sono buono pure io, così!" Sarai buono pure tu, petulante amico lettore, ma intanto loro l'hanno fatto, e anche discretamente bene.

Starblind: benvenuti nel vostro passato migliore.
















Recording Studio Trivia:

* quasi tutti ormai in studio tendono a duplicare le tracce di chitarra, registrando la stessa traccia due volte o più, in modo da far risultare il suono più grosso. Un esempio all'opposto della scala sono i Rammstein, che ad esempio su "Links 2,3 4" duplicarono il riff per ben 24 volte!

** Altro trucchetto spessissimo usato in studio è quello di riprendere la batteria con i microfoni, salvo poi applicare ad ogni colpo un suono preso da una libreria digitale, un suono ben definito e 'grosso'. Questo vuol dire 'triggerare' la batteria; moltissimi in realtà tendono poi a mixare il suono vero con quello digitale, per non perdere la naturalezza (vera o presunta) del sound. Esempi famosi di triggering non riuscitissimo? Pensate al rullante e alla cassa di "Images & Words" dei DT...

*** Questa è facile. Ormai quasi chiunque registra in studio usando il click, ossia una traccia di metronomo in cuffia, in modo da poter restare perfettamente a tempo durante tutta l'incisione. Più difficile di quanto si pensi però, dato che NESSUN batterista del globo (diciamo pochi!) riesce ad andare perfettamente a tempo senza, e concentrarsi su quel fastidioso 'click, click, click...' mentre si tentanto evoluzioni sullo strumento non è facile! Va già molto meglio agli altri strumenti, che di solito registrano dopo che il poveraccio alle drums sì è fatto il mazzo con sto benedetto click, così che poi gli altri possano registrare allegramente andando a tempo con la batteria! It's a strange world...
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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