Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2015
Durata:46 min.
Etichetta:Pure Steel

Tracklist

  1. MEN OF STEEL
  2. WHERE WORLDS COLLIDE
  3. THE NEW MESSIAH
  4. FOLLOW YOUR PATH
  5. TERROR
  6. WE'RE THE ONES
  7. DANCE OF THE DEVIL
  8. TIME OF FEAR
  9. STEP INTO THE FIRE
  10. METALIZED

Line up

  • Christer Göransson: vocals
  • Magnus Danneblad: lead guitar
  • Jerker Edman: leasd guitar
  • Christer Carlson: bass
  • Tommy Viktorsson: drums

Voto medio utenti

Spalancate le orecchie e preparatevi a far pompare il vostro metal heart che qui c'é della roba tosta.

Prima di tutto ascoltatevi questo pezzo:



Ora che siete belli caldi ed ho la vostra attenzione, possiamo partire.

Come avete sagacemente notato, il brano appena proposto è vecchiotto (anno di grazia 1986) e fa parte di quel capolavoro totale di classic metal svedese che è "Turn on The Power", unica perla discografica dei Mindless Sinner. Successivamente all'uscita del disco, la band ha dapprima cambiato nome in Mindless, optando per un suono hard-rockeggiante, per poi perdersi nelle sabbie del tempo.

Fino ad oggi.

Con una line up identica a quella del succitato album, i Mindless Sinner tornano a farsi sentire con "The New Messiah" seguendo il discorso metallico intrapreso giusto trent'anni fa. E non lo fanno tanto per passare il tempo o per celebrare una ricorrenza, i pezzi ci sono tutti.
La copertina è da top assoluto della monnezza e sembra proprio che alla band piaccia avere artwork demmerda, visto anche l'aborto grafico precedente, ma se siete arrivati a leggere fin qui, vuol dire che volete sapere qualcosa del contenuto.
Ebbene, i 10 pezzi di "The New Messiah" presentano un metal puro, non esente da imperfezioni, abbastanza epico ed un filo malinconico. Con le dovute proporzioni mi hanno ricordato gli immensi Nocturnal Rites (quelli veri, fino a "The Sacred Talisman"), non nella voce (Zackrisson rimane irraggiungibile) ma per il tipo di metal proposto. I brani non sono mai troppo veloci, spesso adagiati su mid tempos anthemici, evocativi, dalle belle linee melodiche e con le sole "We're The Ones" e "Step Into The Fire" a spingere sull'acceleratore. Qualche strappo, qualche canzone più graffiante a spezzare maggiormente la tracklist non avrebbe affatto sfigurato, ma sono dettagli. Fossero dei giovincelli di primo pelo, muoverei qualche critica sulla pronuncia inglese un po' secca e schematica (a fronte di capacità vocali davvero buone), su una produzione poco rotonda e meccanica, insomma, qualche limatura porterebbe la band ad un livello superiore. Ma che gli vuoi dire a dei ragazzoni di cinquant'anni che suonano per passione e ti sfoderano un disco davvero bello a trent'anni dal precedente? "Grazie", è l'unica cosa.

Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 27 ott 2015 alle 14:29

Dai loro una chance Poli :) Non sono dei campioni e non sono, come detto, esenti da imperfezioni ma li ho trovati molto godibili e "genuini". Un esperto di roba classicona come te dovrebbe forse apprezzare, sappici dire :)

Inserito il 27 ott 2015 alle 13:48

Mmm...potrebbero interessarmi.

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