Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2015
Durata:39 min.

Tracklist

  1. EVERLASTING DARKNESS
  2. NO MORE FLAMES
  3. MY HEARTH IS BURNING
  4. ALONE IN SORROW
  5. WOULD?
  6. ONE LAST TIME
  7. KILLING ALL MY LIFE
  8. THE SENSE OF PAIN
  9. ILLUSION
  10. TOMORROW IS GONE

Line up

  • Alessandro Briganti: vocals
  • Filippo Bendinelli: guitars
  • Raffaello Terreni: guitars
  • Emiliano D'Alessio: bass
  • Fabio Machiavelli: drums

Voto medio utenti

Non me ne vogliano gli STR8, ma per me band come loro e album come “No More Flames” sono l’antitesi del concetto stesso di musica metal. Non sto qui a fare il processo alle intenzioni e a puntare il dito verso quelle band che hanno causato tutto questo, ma è un dato di fatto che le nuove generazioni sono convinte che basti un chitarrone distorto e qualche colpo di doppio pedale per poter essere classificati come metal band. Beh, mi spiace deluderli, ma non è affatto così.

Il fischione di chitarra che introduce l’album mi ha fatto subito capire cosa avrei dovuto aspettarmi per i prossimi minuti. Un susseguirsi di break down, voci melodiche (abbastanza tediose e monocorde) alternate a voci incazzate (ma incazzate di che? Ma la conoscete la vera rabbia??), sfuriate di batteria per ricordare all’ascoltatore che le finalità sono quelle di metter su dei brani metal, e per il resto il vuoto cosmico. Come avrete capito da quest’ultima frase, il problema non è affatto il genere proposto, ognuno è libero di suonare ciò che vuole magari peò scegliee unc anale di promozione più mirato non sarebbe male), il problema è proprio la pochezza della proposta. Una volta finito di ascoltare l’album non vi resterà in testa una nota che sia una, o un refrain, o un riff, nulla… Il muoversi poi a cavallo tra il nu metal e il groove thrash non aiuta la band, dato che la proposta risulta confusa e poco delineata, non riuscendo, come penso siano le loro intenzioni, a prendere il meglio né dall’uno né dall’altro genere.

Dispiace dire queste cose, perché tutto sommato i nostri le capacità le hanno, ma non sono stati in grado di esprimerle al meglio. Il mio personalissimo e umile consiglio è quello di trovare la giusta via, un proprio stile ben definito, e, possibilmente, allontanarsi ulteriormente dal metal, perché nelle parti meno pesanti del disco, quelle che potremmo definire post qualcosa si sentono le cose migliori. Evidentemente è quella la loro via, ma per ora non ci siamo proprio…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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