Copertina 6

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2015
Durata:46 min.
Etichetta:Bakerteam Records

Tracklist

  1. NO DREAMS IN MY NIGHT
  2. BIG FIRE
  3. FALLEN ANGEL
  4. LOVERS ON PLANET EARTH
  5. YOU WON'T DARE
  6. STRANGE DIMENSION
  7. SAILING TO NOWHERE
  8. SWEET RAIN
  9. LEFT OUTSIDE ALONE (ANASTACIA COVER)

Line up

  • Marco Palazzi: vocals
  • Veronica Bultrini: vocals
  • Andrea Lanzillo: guitar
  • Valentina De Iuliis: keyboards
  • Carlo Cruciani: bass
  • Giovanni Noé: drums

Voto medio utenti

Album di debutto per i capitolini Sailing To Nowhere, che si presentano a noi con questo "To The Unknown".

Basically, la band è un 6-piece che suona un power metal molto vario e un filo tastieroso, sorretto da una sezione ritmica potente e dalle due voci di Marco Palazzi e Veronica Bultrini, che si dividono abbastanza equamente le parti più potenti (egli) e le sezioni più delicate ed ariose (ella), pur sconfinando piacevolmente l'uno nel campo dell'altra.

Produzione discreta, qualche guest di rilievo ed una carriera in partenza; i STN avrebbero tutte le carte in regola per riuscire nel botto. Diciamo però che, in linea di massima, le canzoni di questo debut peccano a volte di originalità, sia nelle linee vocali che nelle sequenze armoniche; mi è capitato, più di una volta, di ascoltare passaggi un pò scontatelli (il chorus di "Fallen Angel" è la prima cosa che mi viene in mente, o "You Won't Dare"). Per fortuna, il mood generale è molto potente e convinto, così che i pezzi trascinanti non manchino. Tra i tanti, vi cito come esempio:

- "No Dreams in my Night", ottima e convincente opener
- "Lovers on Planet Earth", sorta di ballad piano-driven, che fa molto Leaves' Eyes, ma dove anche la voce di Marco la fa da padrona, soprattutto nella morbida prima strofa
- "Sailing to Nowhere", che potete ascoltare e vedere in calce.


Chiude il tutto la cover di Anastacia "Left Outside Alone", che solo per la scelta va ad inficiare tutto il lavoro fatto in sede di costruzione dell'immagine (tatuaggi, body painting, navi in tempesta, un immaginario più o meno vichingoso). Idea insolita e coraggiosa (avventata?), ma song troppo abbassata di tonalità per la brava Veronica, che perde la pasta sonora della sua voce soprattutto nella prima strofa, dove servirebbero basse calde e tonde. Si poteva evitare, diciamolo.

Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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