Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2015
Durata:41 min.
Etichetta:MDD

Tracklist

  1. UPON THE SMALL THINGS
  2. DEGENERATION
  3. DAWN OF THE ENEMY
  4. IMPERFECTION
  5. HOME IN A WASTELAND
  6. MENACE TO MYSELF
  7. NECESSITARIANISM
  8. MEANS TO BE ALIVE
  9. LEAVE THEM BEHIND
  10. MORE THAN NOTHING
  11. BEHOLD

Line up

  • Arkadius Antonik: guitar
  • Sascha Aßbach: vocals
  • Martin Buchwalter: drums

Voto medio utenti

Behold” è il debutto dei Fall Of Carthage, progetto messo in piedi da Arkadius Antonik, leader dei Suidakra, Martin Buchwalter, batterista dei Perzonal War, e Sascha Aßbach. I signori Antonik e Buchwalter si separano dal proprio background musicale per dare vita a un progetto dai toni completamente estranei alle loro precedenti produzioni: il risultato è questa opera prima difficile da inquadrare ma di buon impatto.

La struttura dei pezzi non trasuda di certo originalità: abbiamo il groove, dei riff a presa rapida, punti di breakdown, linee vocali aggressive, tutte caratteristiche canoniche delle proposte metal di stampo più moderno; non mancano comunque riferimenti che strizzano l'occhio a capisaldi come i Pantera ( “Means To Be Alive”). Mi tocca menzionare dei passaggi di archi nella title track che al primo ascolto sono stati graditi come un pugno sugli incisivi ma che una volta metabolizzati hanno trovato il loro posto nel sound della band, sollevandola un tantino dal piattume metalcoreggiante.

Chi segue i Perzonal War saprà sicuramente che Martin Buchwalter è un batterista dal discreto talento: in “Behold” i suoi fill sono davvero pregevoli e contribuiscono ad elevare il livello tecnico dell'album senza sfociare nell'artificiosità. Oltre ad essere un buon musicista, Buchwalter è un abilissimo produttore e se il suono dell'album è di qualità stellare lo si deve a lui.

Sascha Aßbach dietro il microfono è un gigante: ha una voce strepitosa, sia in pulito, sia in screaming. Mi chiedo dove sia stato per tutto questo tempo, impossibile non apprezzarlo.

Quanto c'è di Arkadius in “Behold”? Tantissimo. Siamo abituati ai suoi Suidakra, qualcuno conosce anche le sue composizioni classiche, ormai siamo capaci di riconoscere la farina del suo sacco e in questo album ce n'è parecchia.

“Behold” è un ottimo inizio per i Fall Of Carthage, un album fresco e dinamico anche se non troppo coraggioso. Il potenziale c'è e mi auguro che con il prossimo capitolo questo trio osi un po' di più e si costruisca un'identità un po' più personale. Sono decisamente fiduciosa.
Recensione a cura di Alessandra Mazzarella

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