Copertina 7

Info

Anno di uscita:2014
Durata:41 min.
Etichetta:Domino Produzioni Musicali

Tracklist

  1. FADER UP & DOWN
  2. LITTLE CLOWN
  3. RADIATION
  4. JOKER
  5. PEOPLE AS PEOPLE
  6. OUTSIDE NOW
  7. DEAD SET
  8. FRAGMENTS OF ASTEROID
  9. LIKE COLDEST WINTER
  10. NEVER MACHINE
  11. SEASON

Line up

  • Emiliano “Ru Fus” Valente: bass, noise
  • Raffaello Malegni: drums
  • Giacomo Bracaloni: vocals, guitar

Voto medio utenti

Leggi la biografia di Emiliano Valente, mastermind di questi Ru Fus, e ti rendi immediatamente conto di quanto sia vivace la sua urgenza espressiva (Zen Circus, The Bugz, Reverberati, sono solo i passi più significativi di un’attività artistica piuttosto frenetica …).
Ascolti “Ru Fus” e capisci quanto sia ancora radicata la passione per il grunge e per il noise in questi tre preparati e ispirati musicisti, quasi come se ci si trovasse ancora a ridosso degli anni novanta, e il cosiddetto “hard rock moderno” fosse ancora uno straordinario e viscerale fenomeno musicale di “rottura” e non l’ennesimo mezzo per soddisfare l’atavica avidità dell’industria discografica mainstream.
Se avete vissuto quel periodo, e ricordate bene l’impatto splendidamente “destabilizzante” legato alla comparsa sulla scena di gruppi come Green River, Melvins, Tad, Skin Yard e poi ancora, ebbene sì, Nirvana, Alice In Chains, Soundgarden e Screaming Trees, potrete facilmente ritrovare le stesse sensazioni in questo possente dischetto, dalle atmosfere spesso cupe e tragiche, ma allo stesso tempo caratterizzato da strutture melodiche insinuanti e magnetiche.
D’altro canto, però, quell’epopea è ormai consegnata alla “storia” e da un gruppo “contemporaneo” come questo sarebbe logico aspettarsi un briciolo di maggiore “caratterizzazione” … e quindi, come la mettiamo?
L’unica cosa che posso dire è che se il rischio era di cedere alla tentazione di emulare qualcuno dei tanti protagonisti fotocopia del “radio-rock” attuale, beh, allora forse è preferibile una sentita celebrazione dei maestri, catturati nel loro momento più viscerale e autentico.
Pilotato dalla voce di Giacomo Bracaloni (Seventh Day … un interessante crossover timbrico tra Stanley, Cobain e Lanegan …), l’albo si snoda attraverso un percorso armonico piuttosto “familiare” eppure talmente ricco di pathos da cancellare quasi del tutto lo spiacevole effetto déjà entendu e rendere il quadro complessivo efficace e assolutamente godibile.
“Fader up & down”, “Little clown”, “Joker” e “Dead set” sono spaccati di un suono duro, pesante, doloroso, che anche quando si affida a soluzioni leggermente più “accattivanti” non scade mai nella pura oleografia.
Le scorie stoner di “Radiation” (con appena un pizzico del primo Danzig solista nell’impasto sonoro) e la poderosa rievocazione Sabbathiana offerta in “Outside now” si scontrano con le suggestioni rootsy di “People as people” e "Like coldest winter”, e mentre i detriti psych di “Fragments of asteroid” fluttuano nell’apparato cardio-uditivo e lo sollecitano con forza, tocca poi alla mutevole e inquieta litania Nirvanesca “Never machine” e alla livida ballata “Season” piazzare il colpo “definitivo” proprio al centro dei sensi.
Con “Ru Fus” Emiliano e i suoi sodali ci ricordano che raramente il “cattivo” è identificabile in un intero genere musicale e che semmai l’unica cosa veramente da osteggiare è la cattiva musica.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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