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Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2013
Durata:65 min.
Etichetta:Lazy Bones Recordings

Tracklist

  1. MARCOPOLIS
  2. TWITCH
  3. FRUMIOUS BANDERFUNK
  4. THE BLIZZARD
  5. MEW
  6. AFA VULU
  7. DESCENT
  8. SCROD
  9. ORBITER
  10. ENTER THE CORE
  11. IGNORANT ELEPHANT
  12. LAKESHORE LIGHTS
  13. DANCING FEET
  14. SERVICE ENGINE

Line up

  • Tony Levin: bass, chapman stick & cello
  • Marco Minnemann: drums & guitars
  • Jordan Rudess: keyboards & wizardly sounds

Voto medio utenti

Quando si iniziò a parlare di questo progetto fui molto incuriosito: tre acclamati assi dei propri strumenti uniti nell’ennesimo super-gruppo per dar vita a un album interamente strumentale. Certo, ci si aspettava “un disco per musicisti”, perché di questo si tratta, e personalmente confidavo in una riscoperta della formula “keyboard-driven power-trio” di matrice seventies (per intenderci alla ELP, Quatermass, Triumvirat, Orme, ecc.). Si venne poi a conoscenza del fatto che Minnemann avrebbe suonato pure la chitarra, e le aspettative virarono (sigh) verso un disco più vicino alle sonorità Liquid Tension Experiment, Planet X o simili. Ebbene il disco uscì e, a distanza di quasi due anni, non sono ancora in grado di affermare con certezza se il disco sia riuscito o meno. La qualità strumentale non si discute ma le idee e le sonorità, complessivamente e non per banalizzare, sanno tutte più o meno di “già sentito”. Sono sempre apprezzabili le capacità di sintesi di certi musicisti notoriamente prolissi (Rudess su tutti) ma nonostante questo i brani, che mediamente durano dai 3 ai 5 minuti eccezion fatta per "Mew" e la finale "Service Engine", sembrano non finire mai. I pezzi più centrati non mancano, come l’iniziale "Marcopolis" e la già citata "Service Engine", ma 62 minuti di musica “così” nel 2013 mi sembrano francamente troppi (e lo dice uno che è cresciuto a pane e Genesis).
Detto questo sono fermamente convinto che tutti i dischi, nessuno escluso, meritino almeno un ascolto per cui se conoscete i nomi coinvolti date a "LMR" una possibilità e giungete alle vostre conclusioni. Quello che posso dirvi è che in questo disco troverete tutto quello che vi aspettereste, né di più né di meno. “Peccato”, mi viene da aggiungere.

A cura di Gabriele Marangoni


Recensione a cura di Ghost Writer

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 10 lug 2015 alle 09:14

Commento lucidissimo. Duole dirlo, ma questi dischi sono tutti uguali: grandi nomi, grandissime aspettative e alla fine tanto mestiere al servizio di pezzi appena sufficienti. Hai detto benissimo: "peccato".

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