Copertina 9

Info

Anno di uscita:2015
Durata:45 min.
Etichetta:7hard Metal

Tracklist

  1. IN A DARKER SHADE OF GLOOM
  2. PILLARS OF DOOM
  3. SEVEN MOONS
  4. HEAVEN
  5. BLOODMOON
  6. LAST ESCAPE
  7. BLACK WINGED SUN
  8. BLACK NIGHTSHADE
  9. DARK FLOOD
  10. PURPLE FLAME
  11. LOVE LANE PRINCESS
  12. THE END

Line up

  • Tosse Basler: vocals
  • Tobias Gut: keyboards
  • Joël Brechbühl: bass
  • Raphael Crivelli: guitars
  • Christain Wittwer: drums
  • Lukas Mielniczuk: guitars

Voto medio utenti

Alcuni album riescono a regalarti, fin dai primi secondi di ascolto, la nettissima impressione di trovarti davanti a qualcosa di speciale, di importante, che lascerà il segno prima di tutto nel tuo lettore MP3 e poi, in seconda battuta, nel mondo della musica.

Bene, "Camera Silens" degli svizzeri Forty Shades, esordio sulla lunga distanza peraltro, è senza dubbio uno di quegli album speciali, 45 minuti di goduria e di perdizione nel fantastico mondo del talento e della grandissima musica.
Un connubio nato nel 2007 in Svizzera sotto il nome di Nagor Mar, sviluppatosi negli anni e arrivato alla sua forma finale nel 2012, autori di un metal dalle mille sfaccettature, che con estrema fatica mi è toccato catalogare semplicemente come "prog". Ma nella musica dei Forty Shades (altroché le Fifty of Grey..) c'è molto di più e, come già abbondantemente anticipato, è chiaro fin dal principio.
C'è talento, innato e in quantità industriale. C'è classe, quella che hanno solo i grandi del settore e che non tutti si possono permettere, neanche in un'intera carriera. C'è qualità tecnica e una coesione d'intenti davvero rara per una band con soli 3 anni di vita e al primo album. E soprattutto c'è un vocalist, Tosse Basler, che definire grandioso sarebbe un eufemismo, padrone di una voce splendida e estremamente colorata, capace di spaziare da uno stile power a un growl incisivo e credibilissimo.
Quel che possiamo trovare in "Camera Silens" invece è un connubio di chitarre a volte incazzate e a volte dannatamente melodiche, sempre ben accompagnate da tastiere atmosferiche e da un comparto ritmico allucinante per precisione e intensità. E' un prog pompato e pomposo, che più di una volta mi ha ricordato quello dei conterranei Kingcrow, dei quali ho già (molto) ben parlato in passato, seppur in versione più cattiva.
A volte poi ci si imbatte in atmosfere al limite del gotico, con echi di Paradise Lost e Evergrey a farsi strada in maniera pressante nella mente dell'ascoltatore, in particolare nella meravigliosa tripletta centrale "Last Escape"-"Black Winged Sun"-"Black Nightshade".
C'è un'intensità nella musica dei Forty Shades capace di far rabbrividire chiunque, un qualcosa di assolutamente unico e imperdibile. Non ci sono cali di tensione all'interno dei 45 minuti che compongono il disco, nessun filler, nessuna ballada strappalacrime.
L'unico lato negativo, se di lato così negativo si può parlare, è un eccessivo "troncamento" delle canzoni sul finale, che troppo spesso risultano quasi mozzate, a causa di un'inutile quanto inspiegabile fretta nel chiudere. Un fading più controllato sarebbe stato a mio modo di vedere molto più naturale, ma parliamo davvero di pagliuzze.

"Camera Silens" è senza dubbio un debutto coi fiocchi, un serissimo candidato a entrare nella mia personale Top10 di fine anno e il manifesto di una band, i Forty Shades, in nettissimo vantaggio per il premio "Rivelazione dell'anno". Date una chance a questi ragazzi d'Oltralpe perchè se la meritano come pochi. Chapeau.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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