Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2015
Durata:48 min.
Etichetta:logic(il)logic Records
Distribuzione:Andromeda Dischi

Tracklist

  1. TO THE LIGHT
  2. FEEL THE FIRE
  3. INSIDE
  4. ALLIED
  5. LIKE A WOMAN
  6. CALIFORNIA
  7. DREAMS RUNNING WILD
  8. SIRIA (DAWN BREAKS IN)
  9. ROCK 'N' ROLL MAN
  10. INTO YOUR EYES
  11. THE GAME

Line up

  • Santi Libra: vocals
  • Claus: guitars
  • Matteo Angelini: bass
  • Joana: drums
  • Tommy Denander: guitar on “Inside”
  • Roberto Priori: guitar on “The Game”
  • Pier Mazzini: keyboards

Voto medio utenti

Periodo favorevole per i “santi” … Revolution Saints, Saint Rebel, ehm, Saint Motel, e ora questi Saints Trade, promettente formazione bolognese dedita a una forma piuttosto coriacea di rock melodico e giunta, con “Robbed in paradise” alla seconda fatica discografica.
L’ascolto dell’albo si rivela piacevole e moderatamente appagante, tra dominanti suggestioni class-metal (King Kobra, Hardline, gli Scorpions “americani” … e la presenza di Roberto Priori dei Danger Zone in veste di ospite e produttore dell’opera appare assolutamente “coerente”, oltre che molto opportuna) e bagliori di hard classico ed enfatico (qualcosa fra Rainbow e Ten, per intendersi, gruppo per il quale i nostri hanno “aperto” in occasione del Fleetwoodstock Festival, nel 2011), il Cd consente di apprezzare le doti di una band “consacrata” al genere eppure mai ottusamente devota, abbastanza varia nell’ispirazione e sufficientemente carismatica da non ambire “all’immagine e alla somiglianza” di qualcun altro.
In un programma che si avvale pure del contributo di Pier Mazzini (Perfect View), del “prezzemolino” Tommy Denander (Paul Stanley, Alice Cooper, Toto, Robin Beck, House Of Lords, …) e che scorre fluido per tutta la sua durata, le scosse emotive più intense le riservano “To the light”, “Feel the fire” (con qualcosa degli Shy nell’impasto sonoro …), “Inside”, “Like a woman” e “The game”, tutto materiale di buona fattura complessiva.
Un gruppo interessante, dunque, sotto il profilo tecnico (davvero pregevole la prova del chitarrista Claus, che mi ha spesso ricordato lo stile di Matthias Jabs) e interpretativo, al quale mi sento solo di recapitare la mia esortazione a proseguire lungo il percorso intrapreso, cercando di far crescere in omogeneità e vitalità il songwriting, pur senza tradire la sua rigorosità espressiva.
Del resto, tanto per rimanere in tema, il presbitero ambrosiano Luigi Monza sosteneva che “la santità non consiste nel fare cose straordinarie, ma nel fare straordinariamente bene le cose ordinarie” … c’è da credere che i Saints Trade possano fare loro tale convinzione.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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