Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2015
Durata:46 min.
Etichetta:Century Media Records

Tracklist

  1. HOUSE OF BLOOD
  2. VOICE OF SLUMBER
  3. SNAKESTATE
  4. BLACK ENEMY
  5. DESCENT INTO HELL
  6. UNGOD
  7. NEMESIS
  8. GOD IS EVIL
  9. TRAITOR
  10. PRISON IN FLESH
  11. THE DARK SLEEP

Line up

  • Harald Busse: Guitars
  • Sebastian Swart: Guitars
  • Sotirios Kelekidis: Bass
  • Marc Reign: Drums
  • Karsten Jäger: Vocals

Voto medio utenti

Le reunion sono come le ciambelle, non sempre riescono col buco.
Alcune funzionano alla grande, altre rientrano nella categoria dei tentativi, altre ancora sono aborti belli e buoni che puzzano di cadavere in avanzato stato di decomposizione.
C’è però da dire che spesso queste operazioni riescono nell’intento di smuovere le acque, riuscendo nell’impresa di calamitare l’attenzione dei media e dei fan di vecchio pelo.
Prendiamo il caso dei qui presenti Morgoth. Discreto successo nei primi anni 90 con “Cursed” e “Odium” a cui nel 1996 è seguito un controverso terzo album – “Feel sorry for the fanatic” - in cui tentarono aperture differenti, figlie dei segnali di crisi del Death Metal di quel periodo.
Poi la separazione e quasi un ventennio di oblio, la reunion, il tour per il ventennale di “Cursed”, il ritorno da mamma Century Media ed ora un nuovo album di inediti.
“Ungod” vede un importante cambio nella formazione dei teutonici, non è infatti più della partita lo storico singer Marc Grewe che ha lasciato dopo la pubblicazione del live “Cursed to live” e sostituito dall’ex Disbelief, Karsten Jäger il quale, a conti fatti, si dimostra un valido innesto.
Gli undici brani che compongono “Ungod” non sbirciano spesso verso i lontani anni 90, anche se non in maniera così marcata che era lecito aspettarsi. Il riffing della coppia di asce Busse/Swart strizza l’occhio agli immortali Death in più di una occasione ma l’album punta con decisione su tonalità cupe che ben si amalgamano col cantato sofferto di Jäger
Durante lo scorrere dei minuti, la sensazione di controllo, l’assoluta padronanza del proprio sound – in cui sono banditi orpelli e divagazioni non funzionali - emerge con prepotenza. Peccato che allo stesso tempo questo costituisca anche il limite maggiore di “Ungod” a cui manca, secondo me, quel tocco di furia in più per poter esser più completo.
Non abbiamo fra le mani un “Cursed pt. II”, ma nemmeno uno di quei lavori usa e getta che rimangono a prendere polvere sugli scaffali, “Ungod” sembra rappresentare un buon viatico per il futuro dei ritrovati Morgoth. A voi la scelta se dar loro credito.

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 31 mar 2015 alle 23:36

Sinceramente gli ho dato solo un ascolto... a un buon volume però... Non sento la necessità di approfondire, non lo so è una questione di feeling, a me i dischi reunion non mi vanno giù, salvo rarissime eccezioni... Poi per il resto ultimamente abbiamo sentito di molto meglio in ambito death, dunque di questo passo torneranno velocemente nel dimenticatoio...peccato perchè "Odium" è per me un grandissimo album...

Inserito il 31 mar 2015 alle 12:16

Non un capolavoro ma un disco che apprezzo. Sai cosa aspettarti e te lo danno paro paro, un death fatto bene senza pretese rivoluzionare, che viene dal passato ma che non puzza di finta nostalgia. Non giurerei sulla sua longevità, ma per divertirsi col volume a palla va benissimo. Bravo il nuovo cantante e molto bravo il nostro Corpse.\m/

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