Copertina 7

Info

Anno di uscita:2015
Durata:46 min.
Etichetta:Napalm Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. UNTIL WE ARE NO MORE (BREATHE)
  2. MEDUSALEM
  3. FUNERAL BLOOM
  4. DOMINA
  5. LA BAPHOMETTE
  6. THE LAST OF US
  7. A DYING BREED
  8. MALIGNIA
  9. EXTINCT
  10. THE FUTURE IS DARK

Line up

  • Fernando Ribeiro: Vocals
  • Ricardo Amorim: Guitar
  • Pedro Paixao: Keyboards, Samples, Guitar
  • Miguel "Mike" Gaspar: Drums
  • Aires Pereira: Bass

Voto medio utenti

Diciamoci la verità: a metà anni ’90 era pressoché impossibile non innamorarsi dei Moonspell.
I lusitani, molto semplicemente, avevano tutto: provenienza insolita, frontman carismatico, aura intellettuale, fascino oscuro e, soprattutto, una progressione discografica inarrestabile.
Il magnifico ma ultra-underground EP Under the Moonspell, il folgorante esordio Wolfheart e l’irresistibile svolta gotica di Irreligious costituiscono ancor oggi un trittico imprescindibile per chiunque brami metal estremo di qualità.

Poi l’ennesima sbandata per le sirene electro d’ispirazione depechemodiana -ogni tanto mi ritrovo a pensare che la band di Martin Gore abbia influenzato più gruppi dei Black Sabbath-, qualche passaggio a vuoto e uno scontato ritorno all’ovile hanno un po’ frenato gli entusiasmi per un gruppo che ha comunque trovato da tempo la sua comoda collocazione in fascia medio-alta.

Placidamente assestati uno scalino sotto ai grandissimi nomi in termini di vendite, hype e considerazione generale, ma uno sopra rispetto al nugolo di agguerrite new sensation che popolano il sottobosco della nostra musica prediletta, i Moonspell continuano imperterriti a sfornare dischi di pregio: dopo Night Eternal e Alpha Noir, ci pensa il nuovo nato a ribadire la qualità della compagine portoghese.

Nonostante la continuità che l’ennesimo artwork di Spiros Antoniou parrebbe suggerire, Extinct presenta lievi segni di rottura col passato, optando per un generale ammorbidimento del sound.
Il groove sprigionato dalle linee di basso del buon Aires Pereira è micidiale (grazie anche al sopraffino lavoro dietro al mixer di Jens Bogren), le melodie posseggono spesso un retrogusto catchy, idem le linee vocali di un Fernando in ottima forma, mentre keyboards e arrangiamenti orchestrali finiscono spesso per prevaricare le recrudescenze death e black, che in effetti si contano sulle dita di una mano e vengono confinate perlopiù nella doppietta iniziale.

Ciò non costituisce di per sé un male, anche se composizioni abbordabili come The Last of Us, pompose come A Dying Breed o poco incisive come Malignia qualche perplessità la fanno sorgere (in alcuni frangenti, la distanza che separa dal goth rock di Him e The 69 Eyes non è molta).
Di alto livello, invece, il resto della tracklist, da cui mi permetto di estrapolare l’orientaleggiante Medusalem, che ammalia e trascina al tempo stesso, le sinuose tentazioni dark wave di The Future Is Dark -stupendo anche il guitar solo- e il tenebroso incedere di Funeral Bloom.

In conclusione, Extinct può venir considerato l’ennesimo centro, seppur non pieno, di un ex enfant prodige del metal che non ha mantenuto le promesse d’inizio carriera, ma che ha saputo imparare dai propri errori e costruire una carriera solida e convincente.

Più Dennis Bergkamp che Johan Cruijff, ma i tifosi apprezzeranno.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 10 mar 2015 alle 12:22

spero di non essere troppo "irreligious"oso dicendo che questi sono i Moonspell che mi piacciono. non sono un fans del metal estremo quindi i primi vagiti della band non mi fecero impazzire (malgrado l'innegabile particolarità della proposta). questo album credo possa collocarsi come stile nel periodo che va tra "The Butterfly Effect" e "Memorial". ps. "Breathe (Until We Are No More)" secondo me è bellissima (un sali scendi di melodia e agressività),l'ascolto a ripetizione.

Inserito il 05 mar 2015 alle 13:01

Sono fermo a Irreligious (che già mi piace molto meno di Wolfheart)

Inserito il 05 mar 2015 alle 12:35

Un disco che non aggiunge nulla, paraculo e "comodo" se vogliamo ma... mi piace!

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