Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2015
Durata:51 min.
Etichetta:Lupus Lounge

Tracklist

  1. NĂMETENIE
  2. IZBUCUL GALBENEI
  3. LA HOTARU CU CINCI CULMI
  4. CURGEREA MUNTELUI
  5. TĂRîM VîLHOVNICESC
  6. ÎMPODOBEALA TIMPULUI
  7. PICUR VIU FOC
  8. SCHIMNICEȘTE

Line up

  • Gabriel Mafa / Negru: drums, percussion, dulcimer, xylophone, horns
  • Tibor Kati: vocals, guitars, keyboards, programming
  • Adrian Neagoe / Oq: guitars, vocals, keyboards
  • Petrică Ionuţescu: pipes, horns, trumpet, traditional instruments, vocals
  • Ovidiu Corodan: bass
  • Daniel Dorobanţu: visual design
  • Mihai Neagoe / Mtz: sound design

Voto medio utenti

Vi svelo un piccolo segreto: prima d’iniziare la mia collaborazione con questo glorioso portale, quando leggevo il redattore di turno scrivere:
La recensione di quest’album esce così in ritardo perché mi ci son voluti mesi per comprenderlo appieno
Ho preferito non toccare quest’opera per alcune settimane, così da farla decantare e vedere se reggeva il test del tempo
Non sarei stato in grado di scrivere un articolo assennato prima di aver ascoltato il disco almeno trenta volte
Ho sempre e immancabilmente pensato:
Sì, come no, valla a raccontare a qualcun altro: ti sarai dimenticato i file mp3 in qualche cartella sperduta nel desktop”.

Secondo Giulio Andreotti a pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina, e non escludo di averci preso in più di un’occasione; eppure, dopo aver valorosamente battagliato col prode Frank per accaparrarmi l’ultimo Negura Bunget, mi sono ritrovato a pensare di aver mal giudicato qualche “collega”.
Non si tratta certo di un problema di qualità, e lo vedete coi vostri occhi: top album, voto 8, serissimo candidato per un posticino nella mia poll di fine anno.
Il fatto è che ho trovato Tău terribilmente difficile da capire, analizzare, valutare.

Peculiare, innanzitutto, la collocazione: prima parte di un ambiziosissimo progetto musicale/visuale/concettuale denominato Transilvanian Trilogy, che si dipanerà lungo l’arco di tre album (visto il nome sarebbe stato bislacco il contrario), Tău succede altresì a Vîrstele Pămîntului, album strepitoso che contiene una delle mie canzoni preferite di sempre (Dacia Hiperboreana).

Il nuovo parto è quindi chiamato a confermare la continuità della band pur nell’instabilità della line up: dopo lo stravolgimento del 2009 vi sono stati ulteriori avvicendamenti, facendo assurgere ancor più il buon Negru al ruolo di deus ex machina.
Missione compiuta: basteranno i primi minuti dell’opening track Nametenie, con quel flauto ipnotico e i soffusi passaggi acustici, a trasportarci nella realtà onirica e paradossale che i fan del gruppo hanno imparato ad amare.
La successiva Izbucul Galbenei, al contrario, ci riporta alla realtà a forza di schiaffoni: efficacissime partiture black e riff implacabili la rendono, a mio avviso, uno dei momenti migliori.

Da quanto ho capito, Tău si concentra sui paesaggi transilvani, mentre i due futuri capitoli esploreranno tradizioni e spiritualità proprie di quelle terre.
Ebbene, tanto La Hotaru Cu Cinci Culmi quanto Curgerea Muntelui assumono contorni contemplativi, cheti, propri di chi si fermi nel mezzo di una foresta per sentir l’odore del terriccio bagnato e degli aghi di pino. Entrambe esplorano con profitto il lato più folk/ambient del sound dei Negura Bunget: la prima ha un retrogusto quasi tribale, mentre la seconda presenta un coro droneggiante e un finale jazzato di grande impatto.

Molto più baldanzoso, invece, il prosieguo del platter, inaugurato dagli arrangiamenti sinfonici e dalla comparsata di Sakis dei Rotting Christ nella bella Tărîm Vîlhovnicesc.
Altrettanto smargiassa Împodobeala Timpului: la prima parte ci dimostra come suonerebbero i Finntroll se fossero rumeni, mentre i fiati di matrice balcanica della seconda gettano un ideale ponte tra Negura Bunget e Goran Bregovic (!). Un piccolo shock, non lo nego, per quello che va rubricato come esperimento riuscito solo a metà.

Ci penserà il finale a farvi sentire di nuovo a casa: le magnifiche Picur Viu Foc e Schimnicește sembrano uscire direttamente dal capolavoro Om. Misteriose, surreali e bellissime, le ultime due tracce calano il sipario nel modo migliore.

Come avrete compreso, non parliamo di un prodotto perfetto: la fase centrale presenta qualche passaggio a vuoto; si sarebbe potuto assemblare meglio la scaletta; momenti di altissimo lirismo convivono con altri meno ispirati è già sentiti in precedenti release.
Eppure, trovo che la grandezza e l’unicità della band siano tali da permetterci di superare qualche difettuccio: forse non al loro miglior livello in assoluto, ma i Nostri si dimostrano comunque -e di nuovo- una spanna sopra rispetto al 95% della concorrenza.

Cari Negura Bunget, non so se sono riuscito a decifrare del tutto la vostra ultima opera, o se tra qualche mese e qualche decina di ascolti il mio giudizio muterà; nel frattempo, incassate l’ennesima recensione entusiastica della vostra carriera.
Ve la meritate.

P.S.: occhio all’edizione limitata con 72 pagine di libretto e tre video inclusi…

http://www.youtube.com/watch?v=yG6BcesgOW0
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 11 mar 2015 alle 14:50

Erotic, la ordini direttamente a loro l'edizione speciale????

Inserito il 11 mar 2015 alle 01:49

Al primo ascolto capisci subito che è un bel disco, per realizzare quanto lo sia, per entrarci, serve tempo. Lo sento meno docile e più scorbutico, con una tagliente vena black che nel precedente Virstele Pamintului si era assopita, che nell'EP Gind a-prins era sparita. Sono d'accordo sul fatto che ci siano degli "strappi" e delle leggere cadute nello scorrere delle canzoni, Tau manca un pochino di omogeneità e una piccola colpa va anche alla produzione. Tolte queste pippe da super-fan, rimane naturalmente un bel cd. E Come poteva essere altrimenti? Bravo Cafo \m/ p.s. mi accorgo ora che il mio "pigiama" di stanotte è una t-shirt di N Crugu Bradului :D

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