Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2015
Durata:47 min.
Etichetta:Metal Blade Records

Tracklist

  1. BREATH OF LIFE
  2. THE FIRST FIRE
  3. BARREN LANDS OF THE MODERN DINOSAUR
  4. THEY SPEAK WITH KNIVES
  5. THE GIFT OF TWO RIVERS
  6. RED FOREST
  7. ALEUTIAN CLOUDS
  8. LEFT TO RUST AND ROT
  9. WHEN THE BIG HAND BURIES THE TWELVE

Line up

  • Tom Fihe: bass
  • Jeff Kalal: guitars
  • Cody Kelly: guitars
  • Mike Socrates: guitars
  • Zack Kelly: drums

Voto medio utenti

Se questi alberi potessero parlare..cosa direbbero? E se potessero suonare..che musica farebbero? Chissà se i (gli?) If These Trees Could Talk, gruppo americano attivo ormai da una decina d'anni, se lo saranno chiesto al momento di dare il nome al proprio sodalizio oppure se dovrei iniziare a darmi alle droghe pesanti.

Fatto sta che la musica suonata dal combo dell'Ohio è quello che ormai ha preso piede definire post-rock o post-metal. La linea tra il rock e il metal qui è davvero sottile, perchè la proposta musicale dei nostri è sempre sul filo di lana tra i due generi, non esagerando mai né in un senso né nell'altro.
La Metal Blade Records li ha recentemente messi sotto contratto e,in attesa del nuovo disco in cantiere per la fine del 2015, decide di riproporre i primi due lavori della band, usciti nel 2009 e nel 2012 per piccole etichette indipendenti.
Il perchè di questa recensione unica valida per due dischi è presto detto: "Above the Earth, Below the Sky" e "Red Forest" potrebbero tranquillamente essere considerati come un disco unico, data la continuità dei brani inseriti sui due album, tutti esclusivamente strumentali (3 chitarre, 1 basso e 1 batteria per la precisione) e tutti pesantemente atmosferici, dove per pesantemente non intendo che siano pesanti da sopportare quanto pregni di emotività e sensazioni entropiche e sinestetiche.
Prendete gli Alcest, spogliateli della voce di Neige e della componente più estrema del proprio sound e otterrete qualcosa di molto vicino alla musica proposta dai If These Trees Could Talk. C'è intensità, c'è talento, c'è emozione. Difficile chiedere di più ad un album del genere, quasi impossibile se parliamo addirittura di due album.

Va detto che "Red Forest" è forse il migliore dei due, un passo in avanti nell'evoluzione di una band che ha ormai un paio di lustri di esperienza sulle spalle e che, senza dubbio, saprà regalare una nuova perla sotto un'etichetta attenta come la Metal Blade.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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