Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2005
Durata:46 min.
Etichetta:I Corp

Tracklist

  1. RECTITUDE (4:10)
  2. WISDOM (5:27)
  3. LIBERTY (5:12)
  4. LOGOS (9:14)
  5. ANTICHRIST (3:52)
  6. DESPERATION (6:47)
  7. PHILOSOPHER (4:29)
  8. TRACK 8 (7:05)

Line up

  • Josè Romero: vocals, guitars
  • Maciej Kupiszewski: bass
  • Alex Hernandez: drums

Voto medio utenti

I Requiem Aeternam sono una band sudamericana da poco trasferitasi a New York. Il loro debutto è “Eternally Dying” e risale al ’98, nella formazione iniziale erano presenti alcuni membri degli Opeth e degli Amon Amarth. Il nuovo disco “Philosopher” vede dei sostanziali cambiamenti, della line-up originale resta solo il singer/chitarrista Josè Romero ed è stato reclutato l’ex drummer degli Immolation, Alex Hernandez.
Il disco in questione è un disco molto ambizioso, forse troppo per le possibilità e le qualità del trio sudamericano. Il concept, tenendo fede al titolo, parla di filosofia, addirittura ogni singola canzone delle otto in programma parla di un filosofo diverso, tra gli altri troviamo Seneca, Rousseau, Nietzsche, Kierkegaard e via dicendo. Se il concept lirico sembra importante ed impegnativo, la relativa colonna sonora lo è ancora di più. La band infatti si lancia in un clamoroso pastone fatto di ogni possibile genere di metal estremo e non, compresi momenti folk ed altri più acustici, con vocals pulite e brutali, con un’attitudine che ha del progressivo, con pezzi strutturalmente complessi, lunghi e corti, che vivono di tanti momenti, i più diversi tra loro. Potrei tirare fuori una sfilza di nomi, ma nessuno da solo darebbe un’idea esaustiva del sound della band, così come non vale descrivere una singola canzone, laddove servirebbe un track by track per darvene un’idea completa.
Il rischio quando ci si lancia in queste imprese è di fare qualcosa di disomogeneo o peggio ancora incompiuto. La band non arriva a tanto perché comunque conserva delle ottime qualità di base, però d’altro canto è pur vero che il disco molto spesso suona pretenzioso, forzatamente avanguardista, disperatamente alla ricerca del sensazionalismo. Almeno sono queste le cose che mi balzano all’occhio. Tuttavia il sensazionalismo di cui parlo non è quello cui siamo di solito abituati, quello che tende a creare musica cervellotica ed estremamente ermetica, qui le singole componenti sono ben identificabili.
Va premiata sicuramente la volontà della band di creare qualcosa al di fuori del comune, ma allo stesso tempo va rimarcato il fatto che ci è riuscita solo in parte, dando alle stampe un disco che vive di alterne fortune e momenti discontinui, e che un po’ lascia l’amaro in bocca per via dell’occasione semi-sprecata. Consideriamolo come un nuovo inizio dei Requiem Aeternam, il prossimo disco sarà la Gloria o la Polvere.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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