Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2014
Durata:non disponibile
Etichetta:The Church Within Records

Tracklist

  1. I AM JON
  2. YELLOWOOD
  3. WHY GOD
  4. ON TUESDAY MORNING
  5. AS LONG AS I'M WITH YOU
  6. HERE COMES THE RAIN
  7. KEEP FALLIN DOWN
  8. MY MANY COLORED DAYS
  9. FOR ONE MORE DAY
  10. ALL THE LEAVES ARE BROWN
  11. TILL DEATH DO US PART

Line up

  • Eric Wagner: vocals
  • Rico Bianchi: guitar
  • Doug hakes: guitar
  • Ben Smith: bass
  • Larry Piatz: drums

Voto medio utenti

I Blackfinger sono la nuova band di Eric Wagner, carismatico cantante dal timbro caratteristico che ha marchiato a fuoco tutti gli album dei mitici doomster Trouble sino al precedente Simple Mind Condition. Dopo lo split con la band di Chicago, Eric ha deciso di andare per la sua strada, ha reclutato nuovi musicisti (quasi tutti alla prima esperienza in studio) e dal 2012 cammina da solo proponendo un mix di rock melodico, doom e hard rock.

Quello che colpisce è la non omogeneità della direzione intrapresa. Alcuni brani sono troppo puliti e pettinati per essere doom, certo, ci sono anche i riff grassi ed elettrici (Yellowood, Here Comes the Rain) in cui vengono alla mente Trouble e Black Label Society (All the Leaves Are Brown), in generale però, quello proposto è un hard rock melodico dal piglio darkeggiante in cui la protagonista principale è, manco a dirlo, la voce di Eric. A volte si abbassa molto ricordando un po' Pete Steele, vedi la ballad As Long as I'm With You, dove canta "death is the place were dreams are made" (e l'allegria s'impenna) ma non sono le uniche somiglianze che vengono in mente. Impossibile non pensare subito ai Pink Floyd con la sofferta e lenta For One More Day o ad un mix di Led Zeppelin e Guns N' Roses su On Tuesday Morning, canzone lenta, in parte acustica, con sporadiche aperture elettriche sincopate.

Come vedete gli stili sono diversi e variano da canzone a canzone, senza amalgamarsi, dando l'idea di forte distacco. Composizioni belle ce ne sono e l'intero disco è piacevole ma... manca il collante, la poliedrica ugola di Wagner sembra più intenta a mostrare le proprie capacità che unirsi agli altri strumenti e dare una direzione al suono dei Blackfinger.
Vedremo se col prossimo lavoro aggiusteranno qualcosina, intanto continuerò a riascoltare questo debutto.





Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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