Copertina 6

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2005
Durata:55 min.
Etichetta:InsideOut Music
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE BALLET OF THE IMPACT
  2. I WOULDN'T LET IT GO
  3. SURFING DOWN THE AVALANCHE
  4. SHE IS EVERYTHING
  5. CLIMBING UP THAT HILL
  6. LETTING GO
  7. OF THE BEAUTY OF IT ALL
  8. NWC
  9. THERE WAS A TIME
  10. THE PLANET'S HUM
  11. WATCHING THE TIDE
  12. AS LONG AS WE RIDE

Line up

  • Nick D'Virgilio: vocals, drums, acoustic, electric guitar
  • Ryo Okumoto: keyboards
  • Dave Meros: bass
  • Alan Morse: guitars

Voto medio utenti

Non tragga in inganno l'intro strumentale in puro stile prog con tanto di Mellotron di "Ballet of the impact" (inserito in "A flash before my eyes", suite in 7 parti), dopo il già deludente "Feel euphoria", gli Spock's continuano a muoversi in una direzione più orientata verso il rock diretto e melodico, alternando momenti di brutale prog metal misto ad hard rock zeppeliniano ("Surfing down the avalanche"), ballad emozionali-sinfonico-orchestrali ("She's everything" e "Watching the tide". Molto meglio si era fatto in "Feel euphoria" con "Ghost of autumn"), brani in puro stile rock con tanto di refrain catchy corale ("Climbig up that hill", sorretta da un bel tappeto di tastiere e un gran lavoro di batteria o "There was a time", che ricorda un po' "Wind at my back" di "Snow" e che ha il potenziale per diventare un hit single), sprazzi di symphonic rock che ci riportano a tempi migliori ("Of the beauty of it all", forse il brano più riuscito del CD assieme a "The planet's hum", con intro strumentale in stile Gentle Giant che sfocia in hard-prog con melodie corali alla Yes e finale con chitarre acustiche), un brano strumentale ("NWC") dove si spazia dal rock al prog metal alla fusion con ampio sfoggio di tecnica da parte di D'Virgilio, Alan Morse e Okumoto, e a chiudere il tutto l'hard-pop orecchiabile beatlesiano di "As long as we ride".
Il voto di sufficienza arriva a stento, ed è in parte dovuto all'ottima produzione e alla solita inconfondibile tecnica espressa in primis dal lavoro di D'Virgilio e Okumoto: lontani sembrano i tempi in cui il bagaglio musicale, vocale, compositivo e il vigore artistico incontenibile di Neal Morse sfornavano dei must come "Beware of darkness", "V", "Snow". Ora agli Spock's non restano che le briciole di un nutrito seguito di fans che ha prontamente trovato conforto in "Testimony" e "One", e a nulla serve il ricorso alla solita edizione limitata con bonus cd. Qui per fare davvero "il pieno" bisogna trovare al più presto un vero e proprio frontman, oppure aspettare che a D'Virgilio riesca il miracolo compiuto in passato da un altro drummer promosso anche a leader (Phil Collins), ma questa è un'altra storia.
Recensione a cura di Carlo Viano

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