Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2014
Durata:46 min.
Etichetta:Nuclear Blast Records

Tracklist

  1. EXILED IN FLESH
  2. THE BLASPHEMOUS PSALM TO THE DUMMY GOD CREATION
  3. VEINS
  4. BLOOD MANTRA
  5. NEST
  6. INSTINCT
  7. BLINDNESS
  8. RED SUN
  9. MOTH DEFECT

Line up

  • Vogg: guitars
  • Rafał Piotrowski: vocals
  • Paweł Pasek : bass
  • Młody: drums

Voto medio utenti

Nel lontano 2000, ho vissuto l'uscita di Wind of Cration come una botta devastante di cui ho portato i segni per diverso tempo, disco che è ancora a portata di mano in zona stereo, pronto a prendermi a calci quando vi è la necessità. Nihility mica è stato da meno, anzi, ancora più tecnico e massacrante. E pure The Negation. Insomma i primi tre lavori dei polacchi rimangono davvero notevoli.
Col passare degli anni la band ha leggermente variato il proprio suono mettendo da parte velleità brutal tout court ed estremismi tecnici, abbracciando alcuni modernismi, puntando sul groove, le dissonanze ed un tocco di di scuola Meshuggah/Fear Factory. Blood Mantra è il secondo album dopo il rinnovo totale di formazione del 2009 a causa del triste incidente occorso alla band, l'ultimo componente originario è così rimasto il chitarrista Vogg.

I Decapitated di oggi sono una band diversa, orientata verso altre soluzioni rispetto a quelle degli esordi, un gruppo che cerca di estendere quelle nuove influenze già presenti su Dark Allucinations. Le tonalità del singer sono molto vicine a quelle del fu Anselmo e non è l'unico nome che viene in mente ascoltando Blood Mantra, anche Lamb of God e soprattutto Devildriver e Soilwork fanno spesso capolino all'interno del loro suono, come se i Decapitated volessero unire un moderno e potente suono thrash ai muscoli del death. Abbiamo tantissimi breakdown (Nest in particolare) ed in generale un sapore futuristico, sottolineato anche da atmosfere lente e dilatate che spezzano a più riprese le bastonate. La title track, ad esempio, è una bella botta da scapocciamento indiavolato ma molto imparentata con le sonorità sopra citate, Blindness è invece lenta, ossessiva, tribale con un tocco spaziale.

Nonostante abbiano confezionato un disco potente e granitico non si può non pensare che una volta i Decapitated erano un bulldozer che tracciava la strada spaccando tutto, ora la strada che percorrono è quella di altri, a bordo di una vettura molto performante.

Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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