Copertina 8

Info

Anno di uscita:2014
Durata:non disponibile
Etichetta:Metal Blade

Tracklist

  1. COSMIC COMMUNION
  2. BEHOLD, THE ANUNNAKI
  3. THE BLACK DOOR
  4. BLOOD ON THE WALL
  5. THE GRAVE
  6. LORD & MASTER
  7. VYING
  8. THE SéANCE
  9. HADES HYMN
  10. THE FOLLY OF FAUST
  11. INTRO
  12. WE ARE FOREVER
  13. THE ANCIENTS
  14. SON OF THE MORNING
  15. LOST IN THE ODYSSEY
  16. CHILDREN OF THE SUN
  17. OUTRO

Line up

  • “Big John” Williams: vocals
  • Corey Roth: guitar
  • Andrew D’Cagna: bass
  • Justin Wood: drums

Voto medio utenti

La Congrega dello Zolfo è un nome perfetto, con due sole parole questi ragazzi (cresciutelli per la verità) trasmettono subito un'idea di quello che possiamo trovare all'interno di questo album autotitolato: stoner, doom e tanta psichedelia.

Il quartetto della virginia debutta oggi su Metal Blade elargendo ampie dosi di musica che si rifà totalmente all'inizio degli anni '70 ma talmente "vera" che sembra proprio provenire dal passato. Una registrazione "povera", assolutamente pulita che riprende il lento suono di Pentagram e Black Sabbath, le atmosfere oniriche e dense di zolfo che erano in grado di creare questi mostri sacri e che qui vengono rese ulteriormente psichedeliche dalla bellissima voce di quella pertica di "Big John" Williams e dal potente suono vintage con cui basso e batteria riempiono le composizioni. Le chitarre sono poco distorte, spesso hanno giusto un accenno di overdrive ma nella loro semplicità, nel riuscire a inserire sinistre melodie, centrano il bersaglio. La lentezza e la densità delle canzoni è avvolgente, soffocante, composizioni che ti stritolano poi, al momento giusto esplodono con un cambio di ritmo e un rock 'n' roll pestone ci viene incontro e ci ossigena. Lord & Master ne è un esempio perfetto ma le vere gemme del disco si chiamano Behold, the Anunnaki e The Black Door, canzoni senza tempo, evocative, tanto banali nella costruzione quanto efficaci nel farci perdere il senno e viaggiare mentalmente in uno spazio indefinito. Sia la voce che la tipologia dei riff utilizzati hanno un'effetto psichedelico davvero intenso e stupendo, senza la necessità di ricorrere a tastiere, violini o strumenti particolari.

Questo album è impreziosito dalla presenza del primo EP della band, inserito come bonus, che ci mostra il gruppo nella sua "fase" più rock, con evidenti richiami a Led Zeppelin, qualcosina dei Doors ed in generale un ritmo delle canzoni più sostenuto, il che non guasta come ascolto dopo che ci siamo inoltrati nei lenti 47 minuti del debut. Gli elementi sono gli stessi ma la chitarra è maggiormente protagonista e viene privilegiata la "botta" di suono che ti fa tenere il tempo con la testa piuttosto che una malata Messa che trasporta nell'aldilà. Il groove e il coinvolgimento sono totali.

Un disco di debutto bellissimo ed un EP davvero interessante racchiusi in un unico CD che mi sento davvero di consigliare agli amanti delle magiche sonorità settantiane. Io ci sono uscito pazzo.

Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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