Copertina 7

Info

Anno di uscita:2013
Durata:14 min.
Etichetta:Ghost Music

Tracklist

  1. PRIDE OF LIONS
  2. XIV
  3. OLD BONE
  4. HOME_LESS

Line up

  • Max Campbell: vocals
  • James Munn: guitars
  • Dan Goddard: guitars
  • Tom Axtell: bass
  • Lui Sarabia: drums

Voto medio utenti

Devo ammettere di essermi avvicinato ai Fathoms con più di qualche dubbio, derivato dal fatto di aver letto nella loro scheda di presentazione “moden hardcore”, che per un matusa come me equivale ad una crisi epilettica. Da questo punto di vista voi lettori siete privilegiati, perché volendo potete allontanarvi automaticamente dalla band se non amate le sonorità più moderne, a differenza di noi miseri recensori a cui a volte capitano compiti ingrati, per cui dobbiamo ascoltare i CD fino in fondo, stringendo i denti, e tirare giù le conclusioni. Beh, questa volta devo ammettere che, almeno in parte, ho dovuto ricredermi. Certo, nella loro proposta di HC puro c’è poco e niente, lo stile dei nostri si avvicina senza dubbio di più al metalcore, con chitarre ribassate, riff stoppati più che frequenti, urla beduine del singer Max Campbell, e ritmi spezzati, che, in poche parole, è l’antitesi del mio concetto di HC. Tutto questo basterebbe a farmi buttare questo EP nel dimenticatoio, se non fosse per il fatto che i nostri sono obiettivamente molto bravi non solo dal punta di vista esecutivo, ma anche, e soprattutto, da quello compositivo. Ma la cosa che mi ha colpito più di tutte è stata l’utilizzo di parti “cyber”, che donano ai brani non solo un sound più moderno, ma anche più freddo e chirurgico, che alla lunga risulta essere la vera carta vincente di “Cold youth”. Peccato che quattro brani siano un po’ pochi, e viene da chiedersi per quale motivo invece di continuare a pubblicare EP (questo è il secondo della loro breve carriera), gli inglesi non canalizzino i propri sforzi in un full length che possa davvero farci testare le loro capacità. Tra i brani presenti penso che una menzione la merita senz’altro “Home_less”, più matura e completa delle altre, seguita a ruota da “XIV”, nevrotica al punto giusto, anche se c’è da dire che i restanti due brani non sono poi tanto da meno… Direi che non resta altro che attendere la band al varco non appena pubblicherà il suo primo full, sperando che le buone promesse contenute in questo EP vengano non solo mantenute ma anche superate.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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