Copertina 7,5

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2004
Durata:50 min.
Etichetta:SPV
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. ON THE AIR
  2. KEEP IT REEL
  3. I’M BACK
  4. IF I WERE YOU
  5. OUTSIDE LOOKING IN
  6. DON’T LOOK NOW
  7. LIVE AT FIVE
  8. BACK WHERE WE STARTED
  9. BELIEVE
  10. DON’T MAKE A SOUND

Line up

  • Michael Sadler: vocals, keyboards
  • Ian Crichton: guitars
  • Jim Crichton: bass, keyboards
  • Jim Gilmour: keyboards, vocals
  • Christian Simpson: drums

Voto medio utenti

Non credo sia necessario dilungarsi nella presentazione di questa piccola grande istituzione dell’hard melodico, tecnologico, di derivazione progressive.
Per loro parlano in modo eloquente una carriera venticinquennale, una ricca e preziosa discografia che consta di una ventina di titoli (più un discreto numero di progetti solistici, ultimo dei quali il recente e ottimo “Clear” ad opera del singer Michael Sadler) e svariati apprezzatissimi tours, che hanno garantito loro un seguito d’affezionati e fedeli fans, che accolgono ogni nuova uscita con esultanza.
Quando ci si appresta ad affrontare una nuova release di una band dal passato così illustre, un po’ di timore affiora nella mente dell’ascoltatore appassionato … sarà in grado di reggere il confronto con i grandi masterpieces di ieri? Avrà subito una qualche tentazione di “modernizzazione” (intento apprezzabile, ma spesso molto “pericoloso”)?
Con le prime note di “On the air”, track d’apertura di questo “Network” (platter, per la maggior parte caratterizzato dal concept lirico ispirato al potere mediatico della televisione), tutti gli eventuali dubbi vengono immediatamente fugati: l’hard prog elaborato, ma, allo stesso tempo, assolutamente immediato e melodico, dalle sfumature pop, che da anni (escludendo qualche piccola “divagazione sul tema”) costituisce il trademark dei nostri canadesi, ritorna prepotentemente in questo brano magniloquente, che ci regala una band in splendida forma in tutti i suoi componenti, con la voce di Sadler e la chitarra di Ian Crichton praticamente perfette … alla fine risulterà una delle migliori tracce del lotto, vicina a certe cose degli Asia.
L’unica novità di rilievo del disco è l’avvicendamento dietro ai tamburi, con l’ingresso di Christian Simpson in luogo dello storico Steve Negus, che ha chiesto ed ottenuto un periodo “sabbatico” per dedicarsi a tempo pieno alla propria vita privata, con la possibilità di rientrare in “famiglia” in qualsiasi momento lo ritenga opportuno (Simpson ne sarà sicuramente felice!).
E’ proprio lo stile di Simpson, leggermente più “presente” e “fisico” del suo insigne predecessore, l’aspetto più inedito delle sonorità di questo “Network”, ma tale impressione è probabilmente anche dovuta alla registrazione e al mixaggio che tendono ad enfatizzare il suono della batteria.
L’ascolto prosegue con la più hardeggiante “Keep it reel”, altra traccia assolutamente lodevole sotto tutti i punti di vista (da sottolineare l’assolo di chitarra) e ottima è anche la seguente “I’m back” e il suo andamento contagioso.
“If I were you” è una ballata sontuosa con il singer autore di un’esibizione passionale da brividi e lo stesso discorso è applicabile anche a “Outside looking in”, dagli splendidi contrappunti tastieristici, un altro degli aspetti fondamentali del suono dei canucks, per una song che riporta la mente agli anni ’80 della band.
“Don’t look now” è un’altro episodio molto buono, in cui ritorna l’energia e il guitar sound duella con il tappeto di synth e con la suggestiva linea pianistica che funge da introduzione e conclusione del brano.
“Live at five”, contrassegnata dal basso rotondo e dal fantasioso lavoro chitarristico, si dimostra, nella sua appartenenza al tipico imprinting della band, un ulteriore highlight del disco, mentre discretamente riuscita è anche “Back where we started”, che risulta un buon apripista per la strepitosa “Believe”, brano lento dominato dall’emozionante linea melodica e dalla drammatica interpretazione vocale.
Chiusura riservata alla grandiosa “Don’t make a sound”, altra traccia di grande valore con i suoi risvolti più prog e la rilevante valenza tecnica, degno epilogo di un lavoro veramente meritevole.
Con il ritorno degli Asia, quello dei Magnum, la prosecuzione della parabola artistica dei Rush (in realtà la loro evoluzione li ha portati un po’ lontani da questa “comunità” musicale) e questo lavoro dei Saga (nell’attesa di un’eventuale nuova produzione discografica dei Pallas), credo che gli amanti delle sonorità maestose e raffinate, sempre in bilico tra pomp rock, hard progressive e pop possano avere di che soddisfare i propri condotti uditivi.
“Network” è un disco che senza riservare grosse sorprese o innovazioni, offre al pubblico esattamente ciò che si aspetta: “solo” un altro buonissimo album nel rispetto della tradizione dell’inconfondibile Saga sound!
Recensione a cura di Marco Aimasso

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