Chronos Zero - A Prelude Into Emptiness - The Tears Path: Chapter Alpha

Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2013
Durata:63 min.
Etichetta:Bakerteam Records

Tracklist

  1. SPIRES
  2. BREATH OF CHAOS
  3. SHADOW'S LAIR
  4. LOST HOPE, NEW HOPE PT.1
  5. LOST HOPE, NEW HOPE PT.2
  6. THE CREATION
  7. SIGH OF DAMNATION
  8. HEARTS INTO DARKNESS
  9. AT THE GATES OF TIME (HOLLOWLAND'S PRELUDE)
  10. SORROWFUL FATE (THE COMPOSER'S NIGHT PT. III & IV)

Line up

  • Davide Gennari: drums
  • Giuseppe Rinaldi: keyboards
  • Jan Manenti: vocals
  • Federico Dapporto: bass
  • Enrico Zavatta: guitars, keyboards

Voto medio utenti

Ed è proprio quando stai per consegnare al collega Frank Gozzi la tua lista dei 10 album più belli di questo 2013 che ti sbucano dal nulla due dischi che meriterebbero senza dubbio di entrarvi. Del secondo ne parleremo tra qualche giorno e lo troverete a sua volta tra gli Highlights del sito, del primo ne parliamo subito.

Si tratta di "A Prelude Into Emptiness - The Tears Path: Chapter Alpha" (il nome è degno di un film della Wertmuller ma ha il suo perchè) degli italianissimi Chronos Zero. Perchè specifico così marcatamente la loro origine? Perchè dico fin da subito che bisogna andare assolutamente fieri di un progetto di questo tipo, realizzato in questa maniera e suonato e interpretato come, spero, avrete presto occasione di apprezzare.
Ho preso "in carico" questo disco perchè incuriosito dalla classica presentazione in cui si evidenzia il genere proposto e, soprattutto, i cosiddetti gruppi di riferimento, quelli a cui più si tende ad assomigliare e nei quali figurano il mio gruppo preferito in assoluto e uno che si classifica facile nella classifica dei primi 5: Nevermore e Symphony X. Com'è possibile coniugare questi due gruppi in un genere musicale unico? Se ci aggiungiamo poi i Meshuggah, altra citazione da parte dei Chronos Zero, la curiosità era letteralmente alle stelle.
Così mi metto all'ascolto e..porca troia, quelle influenze ci sono tutte, una per una e la commistione dei generi è qualcosa di clamorosamente riuscito. L'intro "Spires" (se di intro si può parlare, trattandosi comunque di un brano che sfiora i 4 minuti) è tipicamente nevermoriana nell'incedere ma con una spruzzatina di quei Meshuggah di cui sopra, mentre è con la successiva "Breath of Chaos" che veniamo a conoscenza finalmente della vera e propria proposta musicale dei nostri conterranei: un prog oscuro, tipico degli ultimi due lavori dei Symphony X, sia dal punto di vista musicale sia da quello del cantato, adeguatamente aggressivo ma mai esagerato, non eccessivamente intricato nella forma ma allo stesso mai banale nella stessa e, soprattutto, nei contenuti.
La voce di Jan Manenti qualcuno (io no) già la conoscerà per il suo lavoro nei Love.Might.Kill, ma è davvero un perfetto connubio tra quella meravigliosa di Sir Russel Allen e quella del miglior Warrel Dane, soprattutto sui bassi e sui medi, mentre quando si alza di tonalità mi ha ricordato piuttosto Marco Hietala dei Nightwish. Contando che sto parlando di 3 tra le mie voci preferite in assoluto, direi tanto di cappello.
Musicalmente poi siamo ai livelli dell'eccellenza: Enrico Zavatta, chitarrista oltre che mastermind di tutto il progetto Chronos Zero, sciorina riff e assoli davvero ottimi, magari non ai livelli di due mostri sacri come Loomis o Romeo ma decisamente di tutto rispetto; Davide Gennari dietro le pelli è devastante e preciso come un metronomo, ben supportato alla sezione ritmica da un Federico Dapporto che non si limita al compitino ma riesce a "farsi sentire" in più di un'occasione; per finire troviamo Giuseppe Rinaldi alle tastiere, davvero ottimo nel far convivere tra le sue dita atmosfere oscure e aperture più soft, legandosi perfettamente agli assoli di Zavatta. E' d'obbligo citare anche la bravissima Claudia Saponi la quale, pur non facendo effettivamente parte del gruppo, si fa sentire in quasi tutti i brani, donando un grandioso contraltare alla voce aggressiva di Manenti.
Il disco è un susseguirsi di brani tiratissimi, ruvidi e aggressivi, legati tra loro da una storia decisamente intrigante, basata su un'antica Grecia post-apocalittica, nella quale permane lo scontro e il confronto tra le divinità e l'uomo. "Chapter Alpha: A Prelude to Emptiness" è il secondo capitolo (primo in ordine di uscita) di un'opera mastodontica, comprensivo di ben 5 capitoli strutturati in 5 album di prossima uscita. Non si tratta del primo in ordine cronologico, il Capitolo Zero, per via di una scelta tipicamente cinematografica atta a creare suspance e catapultarci direttamente nella solitudine di un mondo nuovo, delle cui origini verremo a conoscenza solo in futuro.
Quasi dimenticavo: registrazione, mixaggio e mastering da parte del "solito" Simone Mularoni dei DGM, che ormai si sta affermando, oltre che come grandioso musicista, come uno dei migliori del settore per quanto riguarda il discorso puramente tecnico della realizzazione di un disco.

Che dire quindi, questo Capitolo Alpha dei Chronos Zero si è dimostrato un lavoro solido, originale, tecnicamente ineccepibile e intrigante a livello di concept. Cos'altro si può desiderare da un album d'esordio? Assolutamente niente, se non scoprire come tutto è iniziato e soprattutto come andrà a finire. Per adesso, tutto scorre..che Crono continui così.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 20 dic 2013 alle 10:09

Questa volta sento odore di minestra riscaldata lontano un miglio (peccato perchè i musicisti coinvolti in questo progetto sono tecnicamente ineccepibili e la produzione è stratosferica) ma in questo album di personalità non vi è proprio la minima traccia e al giorno d'oggi ripercorrere pedessiquamente le orme di gruppi storici come i Symphony X a livello musicale e compositivo non basta più. In parole povere manca il guizzo vincente.

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