Giusto il tempo di mettere su "Angels Wear Black" è sin dalle prime battute prendo in avversione il martellante e ripetitivo sound della batteria che aleggia su questo disco, secondo lavoro per i tedeschi Black Abyss. Non gli dà certo una mano l'aver piazzato ad inizio CD alcuni dei brani più banali e scontati del disco, e lasciato in chiusura il pezzo migliore, quella "When Angels Wear Black" che con i suoi toni epici ed ariosi si distacca un po' dalla monotonia dell'album e riesce a recuperare un buona combinazione tra gli Iron Maiden, la cui ispirazione è evidente in lungo ed in largo per l'intero lavoro delle chitarre, e gli Hammerfall.
Nel mezzo qualche indigesta caduta di tono, come nel caso di "Time" che parte bene ma poi sospinta dalla doppia cassa si appiattisce su soluzioni abusate, ma sopratutto un lotto di canzoni che scorrono via nell'indifferenza. Questo avviene per gli episodi più power della helloweeniana "Dark Legacy" o della sostenuta "The Messenger", ma pure quando con "Pure Evil" (con tanto di riff slayeriano) e "Rebellion" i Black Abyss propongono qualche scatto energico, spingendosi verso lidi thrash. In realtà, oltre a "When Angels Wear Black", l'unica altra canzone meritevole di un'annotazione è "Shadows Of The Past", che si rivela un brano discreto, aperto su un interessante arpeggio e dove i Black Abyss riescono meglio in quello che sembra il loro intento, l'unire al tipico power teutonico una buona dose di speed/thrash, ma che tuttavia non è in grado di salvare dall'anonimato questo album. E dire che dal precedente album ("Land Of Darkness" uscito nel 2000 per la B.O. Records) i Black Abyss avevano lasciato passare ben quattro anni.
Ma non sono stati evidentemente sufficienti.
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