Copertina 9

Info

Past
Genere:Death Metal
Anno di uscita:1997
Durata:37 min.
Etichetta:Metal Blade

Tracklist

  1. SIAMESE SCREAMS
  2. TRANSLUCENCE
  3. THE CLONING
  4. REUNITED
  5. HIGH ON FORMALDEHYDE
  6. A WINDOW TO HELL
  7. SKIN IS IN
  8. AUCTION OF THE DEAD
  9. HE WAS RAPED
  10. I AM GOD
  11. DEADLY EMBRACE

Line up

  • Joe Ptacek: vocals
  • Ryan Stanek: drums
  • Ed Hughes: bass
  • Brian Griffin: guitars
  • Jeremy Wagner: guitars

Voto medio utenti

Loathing” rappresenta l’apice compositivo dei Broken Hope, frutto di un lento ma costante miglioramento di disco in disco, ogni volta aumentando l’asticella della brutalità e della intensità, migliorando notevolmente le composizioni dal punto di vista tecnico, con un notevole incremento di assoli (quello di “Skin is in” è orgasmico) pur rimandando alla formula originale di “Swamped In Gore”, quindi musica diretta, lineare nel suo svolgimento ma non per questo banale o scontata, con un perfetto mix tra parti cadenzate e altre più selvagge. E sempre con un impianto lirico che ha come unico tratto distintivo quello di offendere e disturbare qualsiasi cosa gli stia intorno.
Sin dall’iniziale “Siamese Scream” i Broken Hope non danno requie, con il compianto Ryan Stanek che sciorina patterns ritmici devastanti, cinematici, quadrati, e con un guitar working della coppia d’asce semplicemente perfetto per gusto, anche melodico, e amalgama nel ripartirsi i ruoli.
Il disco contiene alcuni dei capolavori della band, tanto dal punto di vista musicale, con quella “High On Formaldehyde” nella quale Joe Ptacek offre una prova terrificante, anche come interpretazione di un testo che è una vera e propria novella dell’orrore, quanto dal punto di vista lirico, con il testo forse più blasfemo di sempre, quella “He Was Raped” che vede il povero Gesù rinchiuso in una prigione romana e fatto oggetto delle attenzioni sessuali dei suoi compagni di cella:

“A handful of inmates would make the Nazarene their bitch
Sexually frocing Him to open His holiest orifices
Never tell the truth of the Lord's molestation
The anointed deep throating, anally plundered, and crucified
Did His wounds really heal?”

E chiedo scusa ai credenti, me compreso, per aver costretto a leggere queste liriche immonde, ma era per darvi il senso di quello che i Broken Hope erano, cioè una band senza compromessi.
Nel 1997 il death metal ha quasi esaurito la sua carica primigenia, il mercato discografico segue altri trend e sono proprio i dischi come “Loathing” che hanno traghettato il genere nel nuovo millennio permettendogli di sopravvivere, tenendo accesa una fiammella, anche se, a dir la verità, questo disco fu molto sottovalutato, pur essendo nei fatti una piccola gemma.
La prima parte della loro carriera si chiude qui, anche se faranno a tempo a pubblicare il successivo “Grotesque Blessings”, disco che non aggiungerà nulla a quanto finora fatto e che li porterà allo scioglimento.

Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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