Copertina 7

Info

Anno di uscita:2004
Durata:67 min.
Etichetta:Sanctuary
Distribuzione:Edel

Tracklist

  1. TIME CRUNCH
  2. SCREAMING HEAD
  3. INSECTSAMONGUS
  4. BEYOND TOMORROW
  5. BAR HOPPING WITH MR. PICKY
  6. WHAT FOUR
  7. RA
  8. TEAR BEFORE THE RAIN

Line up

  • Jordan Rudess: keyboards
  • Rod Morgenstein: drums
  • Daniel J: guitars
  • Kip Winger: vocals

Voto medio utenti

“Rhythm of Time” è il titolo del nuovo album solista di Jordan Rudess, il funambolico keyboard player salito agli altari della cronaca come ultimo (in ordine di tempo, ma non certamente di bravura) tastierista dei Dream Theater, e recentemente (più precisamente da quando ha dato un netto taglio alla fluente chioma) acclamato come sosia in carne ed ossa dell'inossidabile Homer Simpson. Il buon Jordan ha avuto appena due settimane per dedicarsi alle registrazioni di questo disco, tra un tour dei Dream Theater e l'altro: un arco di tempo decisamente limitato, anche per un musicista delle doti di Rudess! Come il precedente “Feeding the Wheel” questo album vede come grande protagonista la Kurzweil 2600XS di Jordan, che nelle otto canzoni presenti si diverte a giocare letteralmente con le note, tra funambolici assoli e passaggi di gran classe, ricorrendo in alcuni casi a incalzanti basi techno per dare maggiore incisività ai pezzi. Ma diversamente dal suo predecessore “Rhythm of Time” contiene anche due canzoni vere e proprie, “Beyond Tomorrow” e “Tear Before the Rain”, in cui trova posto dietro al microfono la voce flebile e malinconica di Kip Winger (artista dal curriculum notevole, in passato bassista e corista di Alice Cooper). Ovviamente tutte le composizioni sono impostate per dare maggiore spazio alle tastiere di Jordan, ma la presenza di diversi assoli di chitarra di quattro mostri sacri del genere (Joe Satriani, Steve Morse, Vinnie Moore e Greg Howe: siete svenuti, vero?) e di un certo Rod Morgenstein dietro alle pelli potrebbe rendere questo disco appetibile per tutti. “Rhythm of Time” non presenta assolutamente niente di nuovo, ma non per questo si rivelerà poco interessante agli occhi dei fan di Jordan o dei Dream Theater. Consiglio invece di stare alla larga a tutti coloro che vedono in Jordan il problema degli ultimi dischi della band di John Petrucci... non sarà certo questo album, strumentalmente molto vicino ai più recenti album del gruppo americano, a farvi cambiare opinione.
Recensione a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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