Copertina 9

Info

Past
Genere:Black Metal
Anno di uscita:1994
Durata:50 min.
Etichetta:Unisound Records

Tracklist

  1. MY SOUL
  2. PRIMORDIAL
  3. ASTRAL BEWITCHMENT
  4. FUNERAL CHANT
  5. LARVE
  6. TREGENDA (DANCE IN SHROUD)
  7. 13TH WAY
  8. INTRO (CHAIN)
  9. MEDIUM MORTEM
  10. OCCULT ABYSS

Line up

  • Maniac of Sacrifice: guitars
  • Diabolic Obsession: bass
  • Wildness Perversion: drums, vocals
  • Old Necromancer: guitars

Voto medio utenti

I Mortuary Drape sono una storica formazione black/death formatasi nel lontano 1986 in Piemonte, ad Alessandria per l’esattezza. I piemontesi diedero alle stampe svariati demo – il primo risalente al 1987 – destinati a marchiare indelebilmente l’underground del panorama estremo italico, portando i primi vagiti della seconda ondata black metal anche nel nostro bel paese.
I Mortuary Drape dopo aver dato alle stampe il loro primo EP nel 1992, giungono nel 1994 al traguardo del primo full-length: “All the Witches Dance”, tramite l’etichetta greca Unisound Records (all’epoca la stessa dei Rotting Christ); disco che diventerà una vera e propria pietra miliare del black metal italiano.
La formazione con cui giungono al loro debutto sulla lunga durata vede tra le sue fila: Maniac of Sacrifice e Old Necromancer alla chitarra, Diabolic Obsession al basso e Wildness Perversion alle pelli e al microfono.

Per capire l’importanza del platter in questione bisogna ricordarsi che nel 1994 ancora non esisteva un vero e proprio panorama consolidato di black sul suolo italico. Avevamo varie formazioni dedite al thrash estremo come i Bulldozer, o al thrash/black come Necrodeath e Schizo (questi ultimi per la verità avevano anche molta vicinanza al death e alla matrice hardcore), e i fiorentini Necromass che quasi in contemporanea ai Mortuary Drape diedero alle stampe un'altra pietra miliare come “Mysteria Mystica Zofiriana” (con la medesima etichetta), e altre realtà che erano ai loro primi vagiti ma che ancora non avevano un “lavoro lungo” di cui fregiarsi, come per esempio i Sinoath, i Cultus Sanguine e altri. Poi per il resto vi era qualcosa in ambito death, come per esempio i grandi Sadist, ma di formazioni dedite al metallo nero, almeno per come lo intendiamo oggi, non c’era ancora molto altro.
Inoltre anche a livello internazionale, perfino nei paesi scandinavi, la fiamma nera era ancora agli albori, e il 1994 è stato forse l’anno più importante per la sua attuale costituzione; vedendo l’uscita di capolavori quali “De Mysteriis Dom Sathanas”, “The Nightside Eclipse”, “Transilvanian Hunger”, “Hvis Lyset Tar Oss”, “The Shadow Throne”, “Vikingligr Veldi”, “Frost” e tanti altri.

I piemontesi presentano un lavoro maledettamente oscuro, composto da nove tracce all’insegna dell’occultismo più profondo e spirituale, che va a braccetto con un substrato filosofico satanista e con il culto della negromanzia.
Ogni minuto suonato dai Mortuary Drape riflette a pieno la postura spirituale dei musicisti, riuscendo ad arrivare a quel difficile traguardo estetico che consiste nell’impresa di raggiungere volontariamente, con la realizzazione della propria opera, la perfetta identità tra autore, forma e contenuto.
Si tratta di quasi 50 minuti di musica che si muovono su coordinate black dalle discrete influenze death – anche thrash a dire il vero –, come si può evincere fin da subito, tra le varie cose, dal cantato di Perversion, molto simile ad un growl, che tra l'altro dimostra una notevole abilità nel sapersi destreggiare tra canto e batteria.
“All the Witches Dance” è un disco che ha due anime simultaneamente coesistenti: una più immediata, e passatemi il termine, “esasy listening”, senza ricercare strutture troppo complesse; e l’altra atmosferica ed evocativa, come si può intuire fin dalla prima traccia, introdotta da una lunga invocazione a Lucifero scandita in latino da una voce femminile, che ci trascina all’interno di un mondo esoterico adornato dai drappi mortuari dei quattro ragazzi di Alessandria.
Dopodiché il disco deflagra con l’ignoranza in your face di “Primordial”, nelle melodie suadenti di “Astral Bewitchment”, dove la coppia d’asce Sacrifice/Necromancer sfoggia un gusto melodico in fase solista davvero degno di nota (cosi come in "13th Way"); e si prosegue su gli stessi standard elevati per tutta la sua durata. Toccando a mio parere l’apice evocativo, in cui il misticismo si eleva sovrano, nella meravigliosa “Tregenda (Dance in Shroud)”.

“All the Witches Dance”, insieme all’esordio dei Necromass, è probabilmente uno dei lavori più importanti e belli della storia del black italiano, non a caso ha ricevuto molti apprezzamenti, già al tempo, da varie realtà ben più blasonate del panorama internazionale.
In Italia purtroppo non fummo in grado di comprenderne la portata e di valorizzarlo a sufficienza...ed è giunto il momento di rimediare.
…Ma fate attenzione, poiché potreste trovarvi a danzare con le streghe intorno al fuoco.




Recensione a cura di DiX88

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