Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2004
Durata:39 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. THE CALLING OF SIN
  2. SOUL DISMENT
  3. EYES OF THE LOST
  4. DECIMATED
  5. CROSS CONTAMINATION
  6. DENUNCIATION "THE CURSED"
  7. ENTRENCHED WARFARE
  8. TORN APART
  9. UNDER EXISTENCE
  10. TORRENTIAL REIGN
  11. THE APPARITION

Line up

  • Jerry Mortellaro: guitars
  • Paul Ouelette: bass, vocals
  • Aaantar Lee Coates: drums
  • Kelly McLauchlin: guitars

Voto medio utenti

Se avessi una band al debutto discografico, la prima cosa che cercherei di non fare probabilmente sarebbe di auto-definirci innovativi e migliori della concorrenza. Ma a quanto pare è una presentazione che piace molto ai gruppi alle prime armi, e soprattutto è positiva per me perchè mi permette di creare subito un alone di scetticismo attorno a quei musicisti che usano questa pratica alquanto discutibile. Se poi il gruppo stesso si presenta come una costola dei già affermati Diabolic e Pessimist, suonando più o meno la stessa musica di Diabolic e Pessimist, non posso fare a meno che scuotere già la testa in partenza. Fortunatamente il debutto degli "Unholy Ghost" è uno di quei monumentali anni alla mediocrità che si fanno sentire con piacere e che con altrettanto piacere vengono riposti dopo pochi ascolti nel limbo da cui non usciranno più. I quattro ragazzi di Tampa, Florida, dimostrano di avere impresso nella testa un concetto molto americano di extreme metal, dato che parlano anche di black e alla fine suonano semplicemente death sulla scia dei soliti Morbid Angel. L'abilità tecnica e un songwriting vario (anche se spesso si sfocia nella confusione della casualità) salvano un gruppo altrimenti destinato al fallimento... con undici tracce pericolosamente simili tra loro e un'impressione globale di estrema staticità e monoliticità. Di certo non è questo il modo migliore per presentarsi come "innovativi"! Sul fatto di essere migliori degli altri ci si potrebbe anche discutere per ore, ma in "Torrential Reign" di originale non c'è davvero nulla, tra vocals canoniche, usuali accelerazioni con blast beats, assoli lancinanti alla Slayer o melodici in stile svedese, ma ben più brutti. C'è da salvare il fatto che perlomeno l'ascolto non disgusta, e non viene mai voglia di usare il cd come piattello... ma per il resto per uscire dalla sufficienza (e dall'anonimato) occorrerà ben altra umiltà in futuro.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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