Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2004
Durata:42 min.
Etichetta:Cartel Media

Tracklist

  1. CHAINS AND TEARS
  2. EVERYTIME, ANYWHERE
  3. I HAD NOT
  4. DOWNWARDS INTO HATE
  5. ONE DAY LEFT
  6. CRUSHING LEVEL
  7. AN USELESS DREAM
  8. FORGET TO FORGIVE
  9. THIS ILLUSION

Line up

  • Enrico Longhin: vocals
  • Matteo Rosin: guitars
  • Davide Carraro: guitars
  • Enrico Pajaro: guitars
  • Massimo Cocchetto: bass
  • Giacomo Secco: drums

Voto medio utenti

Piccole bands crescono. I Bleed In Vain non sono altro che quei This Illusion che erano apparsi su EUTK (all'epoca ancora Metal.it) in occasione del demo "Of Promises Decayed", con una una recensione fatta proprio dal sottoscritto, che terminava con la seguente affermazione: "... continuate su questa strada, magari con un pizzico di personalità in più, e sicuramente non sarà il caso di parlare di promesse decadute".
E così è andata. Da allora hanno dovuto cambiare nome al gruppo ed anche il batterista, inoltre Enrico Longhin ha deciso di abbandonare la chitarra per dedicarsi completamente al cantato, e con ottimi risultati, ma i Bleed In Vain non hanno rinnegato la formazione a tre chitarre, inserendo un nuovo chitarrista, Davide Carraro. Sopratutto il gruppo veneto non ha perso un appuntamento importante come quello del contratto discografico, anche se hanno dovuto "emigrare" all'estero, firmando per l'etichetta tedesca Cartel Media.
Siamo così ad oggi, all'album "One Day Left" che mantiene i connotati tipici del Death Metal Melodico già manifestati in precedenza, ma li vede rielaborati e rivisti sotto un'ottica meno standardizzata rispetto a quella che sembrerebbe prescrivere il genere. Ci pensano le parti malinconiche e darkeggianti, che prevalgono sulla conclusiva "This Illusion", o i synth che si trovano ad esempio su "Everytime, Anywhere". Questo contribuisce a far si che non sia poi così facile cadere nel paragone con gli At The Gates, Soilwork, In Flames e sopratutto con i Dark Tranquillity di "The Minds Eye I". E' tuttavia l'aria di Gotheborg quella che si respira sull'opener "Chains And Tears", magari non particolarmente originale, ma giustamente aggressiva e con un buon refrain. Dal già citato "Of Promises Decayed" i Bleed In Vain recuperano "Downwards into Pain", che qui diventa "Downwards Into Hate". La nuova versione non si discosta più di tanto da quella originale, mantenendone i passaggi melodici ed il buon lavoro dei chitarristi, spunti che sono replicati anche sulla successiva "One Day Left", dove è accentuato il contrasto tra le clean vocals ed il cantato in growl, una soluzione che i Bleed In Vain cercano spesso. Riescono anche ad essere sempre vari e fantasiosi, ed anche nei brani più lineari come "Crushing Level" o "Forget To Forgive", non risultano mai scontati.
Sono tanti i gruppi che si rifanno al genere, e non sono in pochi quelli che lo fanno bene, ma I Bleed In Vain confermano di avere qualcosa in più che gli permetterà di togliersi qualche soddisfazione.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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