Copertina 7

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2004
Durata:41 min.
Etichetta:Dragonheart
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE OVERLOOK HOTEL
  2. MR. GRADY
  3. NO RELIGION
  4. BLACKOUT OF MIND
  5. DAYDREAM
  6. EVERYWHERE I GO
  7. FAR AWAY
  8. STAY
  9. LAY DOWN THE LAW
  10. LETHAL INJECTION

Line up

  • Patrick Wire: vocals
  • Leanan Sidhe: vocals
  • Mark Vikar: keyboards
  • Ace Raven: bass
  • Mario Giannini: drums
  • Markus Meyes: guitars

Voto medio utenti

Seguo con attenzione i Beholder sin dai primi passi della loro giovane carriera, quando il singer Patrick Wire era ancora un attivissimo utente del forum di Metal.it (sembra che sia passata un'eternità!) e i Beholder non erano che un gruppo in cerca di contratto. Ne sono successe di cose da quel periodo: ora i Beholder sono una delle realtà più positive della scena Power Metal italiana, un gruppo che riesce a migliorarsi disco dopo disco, e che si presenta sul mercato col terzo album “Lethal Injection”, un banco di prova decisamente importante nella carriera di ogni formazione. Il nuovo album della band milanese colpisce sin dalla copertina, un primo piano della sfortunata vittima della “iniezione letale” di cui parla il disco, e si propone come un punto di incontro tra le sonorità più melodiche ed epiche del debutto (“When the Legend Begins”) e quelle più aggressive e tirate del come-back (“Wish for Destruction”), centrando l'obiettivo in maniera più che buona. I Beholder ci propongono il consueto mix di velocità e melodia, in cui è ancora una volta il cantato della coppia Wire-Sidhe il tratto caratteristico del sound della band, in un Power Metal forse ancora troppo poco personale, ma sicuramente di buona qualità e decisamente godibile, forte di una produzione di ottimo livello (ad opera, manco a dirlo, dei New Sin Studios). L'efficacia del songwriting si mantiene buona per tutto il disco, non ci sono davvero cadute di tono, anzi: alcuni pezzi diventeranno certamente dei classici anche dal vivo (“Mr. Grady”, “No Religion” o “Everywhere I Go”), e tra tutte le canzoni merita una menzione la dolce ballad “Far Away”, impreziosita dalla presenza di un incredibile Roberto Tiranti. Complimenti dunque ai Beholder, davvero bravi a migliorarsi col passare del tempo: ogni disco è un passo avanti, se le prossime composizioni avranno ancora maggiore personalità, i sei ragazzi milanesi riusciranno di certo a togliersi numerose soddisfazioni!
Recensione a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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