Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2013
Durata:34 min.
Etichetta:Metal Blade

Tracklist

  1. THE MEAN SPIRITS, BREATHING
  2. I, SATURNINE
  3. REACH BEYOND THE SUN
  4. A HUMAN FAILING
  5. MAN INTO DEMON: AND THEIR FACES ARE TWISTED WITH THE PAIN OF LIVING
  6. MEDICINE TO THE DEAD
  7. TO SUFFER FOOLS
  8. THINK THE ADDER BENIGN
  9. MONUMENTAL GRAVES
  10. IF A MOUNTAIN BE MY OBSTACLE
  11. AT LEAST A PLAUSIBLE CASE FOR PESSIMISM

Line up

  • Chad Gilbert: vocals
  • Matt Fox: guitars
  • Matthew Fletcher: bass
  • Matt Covey: drums

Voto medio utenti

E' innegabile che quando parliamo di Shai Hulud le cose sono 2: o siamo degli appassionati di Frank Herbert e di Dune e allora ci riferiamo ai vermoni delle sabbie grandi protagonisti della saga, oppure stiamo parlando di una delle più importanti hardcore band degli ultimi 15 anni.

Tenendo conto che siamo sulle pagine di Metal.it e non su quelle di Fantasy.it, propenderei per la seconda ipotesi.
Gli Shai Hulud infatti, pur avendo pubblicato "solo" 4 album in oltre un decennio di onorata carriera, sono una di quelle band dalle quali i più moderni gruppetti hardcore/metalcore/sarcazzocore scopiazzano o comunque traggono ispirazione.
A differenza di altri nomi di spicco del settore però, l'hardcore degli americani è VERAMENTE e fortemente influenzato dal punk, in particolare nelle ritmiche.
Da segnalare tra l'altro, in occasione di questa nuova uscita intitolata "Reach Beyond the Sun", il ritorno dietro al microfono pro-tempore dell'ex Chad Gilbert, ora nei New Found Glory, ritorno che ha senza dubbio portato linfa vitale nelle vene degli Shai Hulud, grazie a una prestazione impressionante per forza e intensità.
E sono proprio questi due aspetti che caratterizzano il sound della band, uniti a un songwriting mai banale e a una strizzatina d'occhio a un certo tipo di prog, che sicuramente non guasta e aiuta le composizioni a mantenersi fresche.
Rispetto all'ultimo disco c'è anche un discreto ritorno a sonorità più pesanti, metalliche, che forse col tempo si erano andate un po' perse: basta un ascolto alla title-track o all'iniziale "The Mean Spirits, Breathing" per rendersene conto e essere travolti da una bordata di inumana violenza. Ma c'è anche spazio per la melodia, uno spazio piccolo ma decisamente necessario per spezzare il ritmo forsennato del disco: "A Human Failing" è un'isoletta felice, anche se dal titolo non sembrerebbe, in mezzo a un mare in tempesta.

"Reach Beyond the Sun" è quindi un disco davvero solido, genuino e assolutamente non paraculo, pur non rivoluzionario, epitome di una band che negli anni ha saputo rinnovarsi e mantenersi comunque sulla cresta dell'onda.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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