Copertina 7

Info

Anno di uscita:2012
Durata:45 min.
Etichetta:Entertainment One
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. ON A MONDAY
  2. SOMETHING YOU GOT (FEATURING ERIC CLAPTON)
  3. SO WE ARE HERE
  4. THE BOXER (FEATURING MUMFORD & SONS AND PAUL SIMON)
  5. DUKE AND COOKIE
  6. HIGH BLOOD PRESSURE (FEATURING KEB' MO')
  7. GONE TO FORTINGALL
  8. RIGHT ON TIME (FEATURING MARC COHN)
  9. AMERICNA TUNE / SPAIN
  10. FROZEN FIELDS (FEATURING ALISON KRAUSS & UNION STATION)
  11. KING SILKIE

Line up

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Sinceramente non sono in grado di prevedere quanti dei lettori di Metal.it saranno interessati al lavoro di Jerry Douglas o conoscano nei dettagli la sua prestigiosa “storia”, fatta di un numero sconfinato di collaborazioni come musicista e produttore e di una miriade di premi vinti.
Colui che è stato definito "the Muhammad Ali of the Dobro" da James Taylor e "my favorite musician" da John Fogerty, realizza oggi questo squisito “Traveler”, un disco che consiglio, confidando nella sua curiosità da insaziabile e onnivoro musicofilo, anche a chi non fosse particolarmente avvezzo alla parabola artistica del nostro, a patto che non disdegni il blues, il folk, il country e il jazz, qui illustrati come s’intraprendesse proprio un “viaggio” (titolo azzeccato, quindi …) nei suoni della tradizione statunitense, con tutto il loro carico di passione, intimità e disinvolta fascinazione.
La presenza di ospiti “eccellenti” (Eric Clapton, Paul Simon, Mumford & Sons, Keb' Mo', Marc Cohn e Alison Krauss, sono solo alcuni degli “amici” che forniscono il loro “piccolo aiuto” a Douglas …) contribuisce a creare questo clima da grande happening in cui è piuttosto facile essere coinvolti, vedendo scorrere insieme alle note, le suggestive immagini più rootsy degli States, quelle che abbiamo imparato a conoscere e ammirare anche solo tramite le molteplici pellicole che le hanno celebrate.
Tecnicamente impeccabile in ogni anfratto, “Traveler”, vi prenderà per mano e vi accompagnerà nella polvere del profondo sud, nei suoi locali fumosi, nelle distese sconfinate della Frontiera e delle campagne yankee a suon di classici e di brani originali, il tutto affrontato con quella sensibilità e quella autenticità che distinguono un artista vero da un onesto mestierante.
In mezzo a tanto fervore espressivo, si segnalano la riproposizione di “The boxer” di Simon & Garfunkel, che qui diventa, con il placet dello stesso Paul Simon (e il supporto dei Mumford & Sons) un vibrante psych-soul dalle sfumature bluegrass, la toccante “Frozen fields” (con una Alison Krauss sempre impeccabile) e una serie di scintillanti momenti strumentali, "So here we are", “Duke and cookie”, la delizia celtica "Gone to fortingall" e “American tune / Spain” (una stuzzicante gilda Simon / Corea, tra USA in versione vagamente barocca e Andalusia), in grado di sollecitare anche le eventuali fantasie “specialistiche” dell’astante.
Le favolose rudezze del rock e del metal vanno cercate altrove, ma se è l’emozione che perseguite, immersa in un clima avvolgente, spigliato, caloroso e poetico, Jerry Douglas non vi deluderà.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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