Copertina 5,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:41 min.
Etichetta:Hammerheart Records

Tracklist

  1. OBJECTIVE TO HARVEST
  2. GALACTIC CLEANSING
  3. SHARDS OF SCORCHED FLESH
  4. DINGIR
  5. FACES IMPLODING
  6. PEELING ARTERIES
  7. HYPERFORMS
  8. FRUITLESS EXISTENCE
  9. IMMACULATE ORDER
  10. UTOPIA

Line up

  • Ian Bearer: vocals
  • Lucas Mann: guitars
  • Joel Omans; guitars
  • Sean Martinez: bass
  • Ian Baker: drums

Voto medio utenti

Secondo disco per gli americani Rings Of Saturn, autodefinitisi “aliencore”, etichetta che cela un mix di death metal a tinte brutali con passaggi progressivi, parti che fanno il verso a certo cyber metal e una batteria a mitraglia che, vuoi per la pessima produzione, suona fintissima.
Quest’ultimo aspetto a volte prende il sopravvento rovinando buonissimi pezzi come “Shards Of Scorched Flesh”. Sia chiaro che non è in dubbio la prova tecnica del batterista, il quale sembra starci molto dentro, ma solamente i suoni esageratamente triggerati.
Per il resto la band gioca a stupire, buttando nel calderone un po’ di tutto, compreso il duetto growler/screamer, numerosi e insani cambi di tempo e un assalto costante, indomito, senza sosta, frutto di una notevole tecnica, soprattutto dei due chitarristi.
Sulla carta la proposta dei Rings Of Saturn è allettante ma non tutto va per il verso giusto. Al di là del suono di batteria c’è da dire che la band talvolta gioca a strafare, incaponendosi nel voler creare un sound intricato ma, tuttavia, perdendo un po’ la bussola, come in “Faces Imploding” dove, ad un certo punto, ci si trova a chiedersi dove la band voglia andare a parare, laddove con una struttura più semplice e diretta, pur mantenendo alcune peculiarità, la canzone sarebbe stata molto più efficace e brutale.
È lo scotto che si deve pagare quando si esagera non avendone le capacità, compositive ancorchè tecniche, quest’ultime non bastando.
Se decidi di suonare death metal, qualsiasi la declinazione o sottogenere scelto, l’impatto, la violenza e la brutalità sonora devono essere il tuo primo pensiero. Altrimenti c’è il gay metal.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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